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Italia Oggi

Vino, passione e nobiltà ... La vita, la carriera e i gusti di Francesco Ricasoli, presidente di Barone Ricasoli Spa Agricola... Dopo 15 anni ha appeso al chiodo la macchina fotografica e preso in mano l’azienda di famiglia che inventò il Chianti... Per 15 anni, tra la seconda metà degli anni 70 e i primi anni 90 il suo obiettivo di fotografo ha immortalato architetture, realizzato stili life e nuove immagini per le campagne pubblicitarie di Valentino. Ma il sangue non è acqua (infatti somiglia molto al vino) e il ritorno nella vigna e nella cantina di famiglia era solo questione di tempo. A richiamare Francesco Ricasoli al castello di Brolio, infatti, è stato soprattutto l’orgoglio e la doverosa difesa del suo blasone. Nel 1993, lo storico marchio Barone Ricasoli, passato per 20 anni nelle mani di società multinazionali che di vino toscano capivano poco, stava per finire miseramente in un fallimento e Francesco, nato nel 1956 nella dimora di famiglia a Gaiole in Chianti (Siena), non si è tirato indietro. Appesa al chiodo la sua macchina fotografica ha, prima preso in mano l’azienda agricola, che era ancora di sua proprietà, poi ha esercitato il diritto di prelazione e con in tasca il 2,5% delle azioni della società si è ricomprato dalla multinazionale australiana Thomas Hardy, marchio e cantine. Una bella sfida, non c’è che dire, che è stata vinta a tutto campo dal momento che solo due anni dopo la società era già tornata in attivo. I vigneti che stanno in un unico blocco attorno al castello sono stati completamente reimpiantati per ricostruire la personalità di ogni singolo vigneto e, un passo dopo l’altro, l’azienda si e riportata in pole position cioè al posto che gli competeva tra i piu grandi produttori di vino a livello mondiale. Oggi, infatti, quella di Barone Ricasoli Spa e considerata la migliore cantina d’Italia e il suo grand cru, Chianti Classico Castello di Brolio, è al 5° posto nella classifica di Wine Spectator, primo tra i brand italiani. Studi a Firenze e al Collegio Navale Morosini di Venezia, iscritto a economia e commercio, facoltà lasciata per inseguire la sua passione per la fotografia, Francesco Ricasoli oggi è a capo di un’impresa con 150 dipendenti che fattura circa 20 milioni di euro. Con i suoi 250 ettari di vigne produce ogni anno 3 milioni di bottiglie di 7-8 tipi di vino, tra cui un bianco, un rosato due vini da dessert e naturalmente i grandi rossi conosciuti e amati in tutto il mondo. Dell’azienda fanno parte anche l’Enoteca, un salotto di accoglienza ricavato negli spazi delle antiche cantine che viene visitato da 30 mila persone l’anno, e l’Osteria del castello che racconta i sapori e i profumi della tradizione toscana, affidati alle cure dello chef Franco Sangiacomo. “Nella vita ho sempre fatto molto sport, da giovane praticavo sub, vela, pesca, tutte attività legate al mare, poi motocross e spedizioni in giro per il mondo, adesso mi sono un po’ calmato e mi limito al tiro con l’arco e alla balestra”, dice. “La macchina fotografica, una Canon Eos 20D, la uso ancora e il gusto per l’immagine mi spinge a occuparmi personalmente di quella dell’azienda, dalle etichette delle bottiglie, alle brochure, dal design dei negozi, al sito web. La qualità elevata del prodotto è fatta anche di queste cose e nel vino la cura dei dettagli è fondamentale”. E vediamoli da vicino questi dettagli. Francesco Ricasoli indossa quasi esclusivamente abiti fatti su misura, camicie comprese. “Le cose di Loro Piana, ma anche di Zegna, sono fantastiche”, osserva, “per le scarpe mi affido
solo a Mantellassi. Il profumo? Mi piace molto un privé di Armani, Bois d’encense. La mia auto è una Audi A4, in tasca ho un cellulare BlackBerry, sulla mia scrivania un notebook Hp Elitebook 8530 e in viaggio uso un piccolo netbook. Letture le più varie, ho appena riletto Zorba il Greco di Nikos Kazantzakis mentre il mio film preferito è Il paziente inglese”. Della musica gli piace tutto: pop, jazz. “L’ultimo cd che ho comprato è quello di Chiara Civello, una cantautrice jazz dalla voce fantastica che ascolto anche in macchina quando viaggio”, spiega il presidente. “Sono l’erede di un’azienda storica che il mio avo, Bettino Ricasoli, ha creato 175 anni fa inventando la ricetta del Chianti, ma penso sempre al futuro perché sono convinto che noi oggi lavorando tracciamo le tradizioni di domani. Io cerco di farlo producendo vini moderni ed eleganti, ma dotati di tutta la personalità del territorio, prodotti unici, che si fanno bere”.

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