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Italia Oggi

L’agricoltura ora punta al riciclo ... Olio a impano zero, codici verdi, energia dalle buccette. Una panoramica delle iniziative messe in campo per l’ambiente da imprese e p.a. italiana... Sostenibilità. Sembra essere questa la parola d’ordine che accomuna un numero sempre maggiore di imprese agricole e agroalimentari da Nord a Sud Italia, aziende che puntano sul riciclo, riuso, sulle buone pratiche.

Il gruppo Mataluni, oleificio proprietario dei marchio Dante, di Montesarchio (Bn), vuole arrivare a produrre olio d’oliva a impatto zero. Re-Waste, (Recovery, recycling, resource. Valorisation of olive mill effluents by recovering high added value bioproducts) è il nome del progetto per valorizzare gli scarti dell’industria olearia tradizionalmente considerati rifiuto. L’obiettivo è recuperare, dai reflui oleari, antiossidanti naturali da impiegare nel settore cosmetico, alimentare o fitoterapico per convertire un refluo di difficile gestione in una risorsa da valorizzare. Ma anche acqua purificata, da re-impiegare nei processi aziendali, ad esempio per il lavaggio delle olive, e biogas dal quale è possibile ottenere energia elettrica e calore per la stessa azienda. Il progetto, cofinanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Life+ vede la collaborazione del Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno, di Euroimpresa e del Centro Tecnologico Nacional de la Conserva y Alimentacion, che si occuperà dell’attività di divulgazione in Spagna dei risultati del progetto. Oltre a questo, il gruppo Mataluni è in grado di utilizzare bottiglie di plastica Pet 100% riciclata, prodotte direttamente all’interno dell’azienda, che possono essere impiegate anche per alimenti se certificate. Insomma tutto prodotto all’interno, dall’energia alle bottiglie, all’acqua.
La siciliana Tasca d’Almerita ha dato vita al progetto di sostenibilità “SOStain” messo a punto con un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza coordinato dal professor Ettore Capri. SOStain è un codice di comportamento per la valutazione e gestione dei rischi ambientali, e del trattamento dati, nel settore enologico e viticolo. Il programma prevede l’elaborazione di un Codice di sostenibilità aziendale (Csa) per il raggiungimento di obbiettivi di sostenibilità. Si va dalla qualità e la tutela del suolo, ad assicurare la qualità dell’ara, alla conservazione della risorsa acqua (qualità e quantità), alla prevenzione e corretta gestione delle infestazioni con strategie per un uso, sostenibile dei prodotti fitosanitari. Ma anche gestione sostenibile delle risorse energetiche e gestione sostenibile delle risorse umane.

In Veneto, il gruppo vinicolo Santa Margherita ha scelto la linea “verde”. Sia attraverso la coltivazione della vite con la riduzione al minimo degli interventi della chimica di base attraverso il “protocollo di sostenibilità”. Sia con l’autoproduzione di energia dal fotovoltaico. E stato, infatti, realizzato un impianto di 2 mila metri quadrati, sul tetto dell’azienda, da 200 kilowatt di potenza, che “copre” l’11% dei fabbisogno energetico e a breve ne partirà uno da 260 kilowatt, che coprirà circa il 25% delle esigenze dell’azienda. E anche con la produzione di energia da biomasse attraverso Zignago Power, società che fa capo alla Zignago Holding di cui Santa Margherita fa parte, guidata dalla famiglia Marzotto. Circa 15 megawatt di potenza elettrica, in grado di coprire il fabbisogno non solo della cantina, ma anche dei due stabilimenti della Zignago Vetro di Fossalta di Portogruaro ed Empoli.

Olio di vinacciolo per l’alimentazione, buccette per produrre energia. Le vinacce utilizzate dalle distillerie Bonollo Umberto di Padova, una volta distillate, vengono essiccate. Si ottengono buccette, ricche di cellulosa, per essere impiegate dalla stessa distilleria come fonte energetica per la produzione del vapore necessario ad alimentare il processo di distillazione. I vinaccioli, invece, vengono impiegati nell’industria olearia per la produzione di olio alimentari molto apprezzato e altamente dietetica Inoltre è installato un filtro tecnologica niente all’avanguardia in grado di garantire un abbattimento quasi totale delle impurità presenti nei fumi di combustione prodotti dalla caldaia. Ulteriori investimenti sono stati effettuati nella valorizzazione dei residui liquidi del processo di distillazione dai quali si giunge alla produzione di biogas.

Uno dei più grandi impianti fotovoltaici su copertura industriale del Piemonte è stato realizzato a Fossano (Cn) da Balocco, azienda del settore alimentare. Il progetto prevede l’installazione di 7.900 moduli su 13.850 metri quadrati, contro i 23.550 di superficie complessiva dell’azienda, per un impianto che avrà uno potenza nominale di 1.860 kWp e una produzione annua stimata di 1.850.000 kWh. L’investimento è di 5,2 milioni di euro.

Ma c’è anche la Provincia di Siena che entro il 2015 vuole diventare la prima provincia “carbon free” d’Europa. Ad oggi nel senese si riassorbe oltre il 70% dei gas serra prodotti quando il tasso per la Toscana è circa del 40% e per gli stati europei non supera il 15%. In soli due anni sono stati installati oltre 150 impianti fotovoltaici per una potenza di 3 mW. Per raggiungere il saldo pari a zero sarà incentivato il risparmio ed efficienza energetica, attraverso il rinnovamento delle caldaie residenziali, mobilità sostenibile con sviluppo dei mezzi pubblici. Ma anche sviluppo delle energie rinnovabili e promozione dell’agricoltura sostenibile, valorizzazione le tipicità del territorio, gestione integrata dei rifiuti con aumento delle quote di raccolta differenziata.
Infine, ricorda Confagricoltura, dell’uva non si butta nulla. Le vinacce sono impiegabili per farmaci e cosmetici, ma anche per la produzione di energia alternativa, e di concimi. Insomma, vinacce, e fecce del vino, non sono “rifiuti”, ma “sottoprodotti” della vinificazione che possono essere riutilizzati convenientemente.

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