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Italia Oggi

Il mercato italiano del vino è fermo. Tutti sperano nell’export ... Tra i produttori di vino aderenti a Confagri c’è preoccupazione. Da un’inchiesta interna condotta da palazzo Della Valle il mercato non dà segni di ripresa. L’unica speranza, così, diventa l’estero; del resto, negli ultimi mesi il valore dell’export cresce di pari passo alle quantità (a maggio, +5% in volume e +7,6 in valore).
Toscana. I prezzi del Chianti sono più bassi di quelli 2009” rivela Luca Giannozzi, vicepresidente della federazione nazionale vitivinicola Confagri, “i mercati, però, sono in crescita”. “La crisi ha portato molta incertezza. È difficile fare programmi”, ribatte Marco Pallanti, presidente del consorzio e produttore (Castello di Ama), “ma dall’estero arrivano segnali positivi”. “Il mercato italiano è piatto”, sentenzia Filippo Mazzei (Fonterutoli), “all’estero c’è un risveglio generalizzato, un +10%, con la Russia in testa e la Germania in ripresa”.

Sicilia. Qui si respira aria più serena. Diego Planeta, presidente della Cantina Settesoli, spiega. “ci sta aiutando il -20% della produzione di vini bianchi. I prezzi di mosti e vini sfusi sono in aumento e il mercato si sta muovendo. Ma i segnali di ottimismo arrivano dall’estero”. Antonio Rallo (Donnafugata) lamenta un crollo vertiginoso delle vendite di ristorazione e wine bar in Italia: “tengono solo enoteche e gdo”, dice, “per fortuna c’è l’export”.

Puglia. Produttori ottimisti sul fronte produttivo, cauti per il mercato. Per Alessandro Candido “le quotazioni di uve e vini si assesteranno sui livelli 2009 o, in alcuni contesti, su livelli più bassi”.

Friuli. C’è preoccupazione. “I prezzi delle uve sono bassi e il mercato non dà segni di ripresa”, dice Giorgio Colutta.

Veneto. Il quadro è variegato. Fabio Poggi dice: “bene le grandi denominazioni, Prosecco, Amarone e Valpolicella, che hanno un mercato affermato all’estero. Soffrono gli altri, Soave in testa”. Gianluca Bisol esulta: “niente ferma l’avanzata del Prosecco, nonostante quest’anno siano entrati in produzione molti nuovi ettari, i prezzi delle uve hanno avuto un aumento del 10% nella Docg e del 5% nella Doc”. Stefano Cesari (Brigaldara), invece, avverte: “è l’anno dell’Amarone con una produzione di 3 mln di bottiglie in più rispetto al 2009 e una fortissima richiesta dall’estero. Sono però preoccupato per la politica di prezzi stracciati di alcuni gruppi”.

Franciacorta. In questa area “i prezzi tengono”, afferma Ezio Majolini, “e i mercati, interno e estero, rispondono bene”.

Abruzzo. Qui i segnali incoraggianti giungono dagli Usa, “anche se” dice Leonardo Pizzolo (Valle Reale), “la crisi ha modificato le abitudini dei consumatori stranieri, più attenti al prezzo”. In sostanza, il mercato premia i vini di fascia media e il buon rapporto qualità prezzo, più che i vini di fascia molto alta.

Piemonte. Infatti, i produttori piemontesi in questo momento sono quelli più in difficoltà, con 220 mila ettolitri di vino in nella stiva. Specie Barbera, Dolcetto e Brachetto. “Quest’anno la qualità è ottima, ma i prezzi, a causa delle giacenze sono a minimi storici”, rivela Andrea Faccio (Villa Giada), “Colpa di una politica che ha portato ad avere quantità eccessive di prodotto rispetto alla capacità di assorbimento del mercato”.

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