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Italia Oggi

Il vino, come l’oro, è un bene rifugio ... Essere un investimento anticiclico, quando l’economia va male, ha i suoi vantaggi. Diventa una sorta di bene rifugio, nel quale diversificare almeno parte dei
propri averi per attenuare gli effetti negativi del ciclo economico sul rendimento del portafoglio dei
propri investimenti. E anche investire in bottiglie di vino è anticiclico, perché l’andamento del valore del vino è sganciato da quello del quadro economico generale. Quando crescono le preoccupazioni legate all’inflazione oppure alla tenuta dei valori azionari o immobiliari, gli investitori più sofisticati si rifugiano nel vino. Comprano direttamente bottiglie pregiate oppure quote di fondi specializzati esclusivamente in questa tipologia di investimenti e si preparano a
passare la nottata economico-finanziaria con un bel segno più davanti al rendimento dell’investimento. L’indice Liv-Ex 100, pubblicato giornalmente è rappresentativo in maniera sintetica del valore delle cento etichette più scambiate al mondo, nell’ultimo anno è cresciuto del 30%. Una bella performance superiore a quella dei listini azionari e a quelle delle obbligazioni tradizionali. Il 90% delle bottiglie dell’indice sono ancora di produzione francese, Bordeaux e Borgogna, ma da qualche tempo anche le etichette di maggior blasone italiane sono presenti nel Liv-Ex 100 che sta diventando sempre di più un indice espressione dell’andamento del mercato del vino globale. Quindi comprare questo indice significa investire nel bene rifugio vino e legare la performance dell’investimento all’andamento dei prezzi delle migliori bottiglie del mondo. Crescendo i nuovi ricchi, soprattutto nei paesi emergenti come Russia e Cina, stanno crescendo anche gli investitori molto liquidi nell’asset vino, come testimoniano anche le raccolte positive dei pochi fondi di investimento operativivi esclusivamente nel vino. Comprano bottiglie di pregio replicando solo in parte il mix del Liv-Ex 100. I wine fund cercano di seguire delle politiche attive di investimento puntando alla selezione delle etichette, delle annate e anche alla scoperta delle bottiglie meno conosciute e con il maggior potenziale di apprezzamento nel medio termine. Quello dell’investimento in vino sta diventando un’attività sofisticata, caratterizzata da prodotti dedicati e specialisti del settore. Un settore che, la crisi economica iniziata nel 2007 con la caduta dei valori del mercato immobiliare americano, ha portato sotto i riflettori degli investitori più sofisticati interessati ad avere una vera diversificazione di portafoglio e con una preferenza per gli investimenti alternativi. In uno scenario con aspettative inflazionistiche la passione per gli asset vinicoli continuerà sicuramente perché le etichette rischiano di replicare l’andamento dell’oro. Il metallo prezioso da quando è iniziata la crisi è cresciuto a tripla cifra spinto dal desiderio degli investitori di “scappare” in un bene rifugio. Il vino, con caratteristiche diverse, rappresenta un bene rifugio altrettanto interessante e potenzialmente profittevole. Si tratta soltanto di scoprirlo.

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