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Italia Oggi

… Monte Paschi lancia il wine index … La banca senese mette a punto un indice di competitività dei vini… L’indicatore calcolato come prezzo medio ponderato di quasi 100 vini Vqprd e da tavola su dati Ismea… Alla stregua di altri prodotti non prettamente agricoli, anche per il vino è nato l’indice di competitività. Si chiama Mps wine index, è stato elaborato dall’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena ed è stato presentato ieri a nella sede storica della banca senese, Rocca Salimbeni. L’indice è stato calcolato come prezzo medio ponderato di quasi 100 vini Vqprd e vini da tavola con i dati forniti da Ismea. Quello che si vuole arrivare ad avere sono dati storici dei prezzi di vendita in modo da poter determinare previsioni future dei prezzi. Si tratta di una novità assoluta per il vino italiano, mentre l’indice è uno strumento diffuso in altri comparti dell’industria. Un primo elemento che emerge dall’indice è che, dopo la forte contrazione dei prezzi che si è avuta nel 2009, -18,8%, per i primi otto mesi del 2010 l’indice conferma una sostanziale stabilità sui livelli del dicembre 2009. Da sottolineare come esista una correlazione elevata tra l’indice Mps wine e il future Live-Ex Fine Wine 100 Index. il principale benchmark dell’industria mondiale del vino, una conferma di come il prezzo del vino italiano segua l’andamento dei prezzi a livello internazionale. Alla presentazione, a cui ha preso parte il ministro alle politiche agricole, Giancarlo Galan, il presidente della banca Mps, Giuseppe Mussari, ha auspicato che .gli imprenditori siano aiutati a patrimonializzare e ripatrimonializzare le proprie imprese con un deciso strumento fiscale che è una strada non più rinviabile”. Oltre al wine index, l’area Research di Mps ha analizzato anche le tendenze del mondo enologico con l’Osservatorio Mps sul vino italiano. Ne è emerso che i produttori sono sostanzialmente fiduciosi per il 2011 e il 15,1% pensa di aumentare il proprio fatturato di oltre il 10%. Questo grazie in particolare all’export, dove a tirare sono i Paesi Bric, Cina per prima con 105% nell’import di vino italiano. La ricerca ha evidenziato anche una serie di criticità tra le quali il basso rapporto costi ricavi dovuto all’estrema parcellizzazione dei produttori, debolezza della promozione e riduzione dei consumi interni.

Ecco tutti fondi europei spesi dalle regioni per il vitivinicolo… Situazione dei pagamenti comunicati dagli organismi pagatori al 15 ottobre 2010 Se la “vendemmia verde” ha avuto poco appeal tra i produttori italiani, anche le risorse europee previste dall’Ocra vino per la promozione nei paesi terzi hanno avuto scarso interesse. Su un totale di 292 milioni di euro di sovvenzioni, secondo i dati degli organismi pagatori al 15 ottobre, soltanto 16 milioni sono andati per la vendemmia verde, misura alla quale ha aderito prevalentemente la Sicilia (14 milioni di euro). Per la promozione del vino sono stati chiesti 25 milioni di euro. Tra le regioni, chi ha creduto nella valorizzazione dei mercati stranieri è il Veneto (3,5 milioni di euro), seguito da Piemonte (2,8 milioni), Emilia Romagna (2,3 milioni), quindi Marche (1,1 milioni) e Puglia (un milione). Fanalino di coda la Sardegna, 50mila euro. Che comunicare sia importante lo ha mostrato un’indagine di Nomisma presentata da Denis Pantini all’assemblea nazionale di Fedagri. La Puglia ha visto crescere l’export 44,7% nei paesi’ extra-Ue e del 22,1% in Europa. La Sardegna ha, invece, fatto segnare -1,5% fuori Europa e solo 6,4% nel mercato Ue. A fare la parte del leone tra le misure, i finanziamenti per la “Ristrutturazione e riconversione”, 86 milioni di euro, e quelli per “arricchimento mosti”, 64 milioni

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