02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

La prima cosa che si capisce di Franco Morando, quando parla di sé, è che ha le idee estremamente chiare in tutto quello che fa. Ad appena 30 anni è già direttore generale dell’azienda agricola Montalbera, cantina piemontese specializzata nella produzione del Ruché Castagnole di Monferrato, una delle Denominazioni di origine controllata (Doc) che appartengono a una regione che in fatto di vini non ha bisogno di presentazioni. E fondamentalmente il ruolo che ricopre lo deve alla testardaggine che ha avuto nel coltivare una passione che col tempo è riuscita a trasformarsi in professione. “Lo ammetto, anche quando non lavoro la mia vita gira sempre intorno al vino. Sono innamorato del vino”, dice scherzando, ma fino a un certo punto. “Sia che si tratti di pianificare strategie commerciali, sia che si tratti di trovarsi con gli amici per fare delle degustazioni, sia anche soltanto per parlarne, l’enologia rimane la mia più grande passione”. Certo, ora come ora il cognome Morando non è immediatamente riconducibile al mondo della viticoltura. La saga imprenditoriale di questa famiglia piemontese comincia nel 1955, quando il nonno di Franco, che di lavoro faceva l’importatore di prodotti francesi in Italia, decise di seguire un’intuizione che gli cambiò la vita. “Mio nonno era un innovatore, un pioniere”, racconta con orgoglio Franco Morando. “Una volta a Marsiglia, dove si trovava per affari, vide una pubblicità di cibo per animali, ed ebbe l’illuminazione: avrebbe importato lui quei prodotti nel nostro paese”. Ci voleva del fegato, in effetti, perché non solo in Italia non esisteva un mercato del petfood, ma non c’era nemmeno una legislazione ad hoc!”. Ai Morando non è mancato il coraggio imprenditoriale e fu così che portarono in Italia un business di cui oggi non sì potrebbe fare a meno, visto l’enorme numero di Fido e Felix a spasso per la Penisola. E nel frattempo l’attività di famiglia è diventata un gruppo industriale vero e proprio, grazie ai prodotti delle linee Migliorcane e Migliorgatto, che ne hanno fatto uno dei leader di mercato. Ma l’antica vocazione dei Morando è un’altra, la stessa che ha indirizzato la vita del giovane Franco. “La nostra è una famiglia di moscatisti da sei generazioni”, dice il direttore generale dell’azienda agricola Montalbera, “ed è dalla terra del Monferrato che abbiamo origine. Solo che fino a sette anni fa la nostra vita contadina era stata come interrotta” Già a partire dall’inizio del Novecento, infatti, la famiglia Morando possedeva quattro ettari di terreno, che gradualmente sono diventati 110. “E stato prodotto vino per anni, senza che però si fosse mai sentita l’esigenza di esterxìare un brand: il nettare veniva venduto sfuso alle cantine sociali. Nel 2003 si è deciso di rivisitare completamente quell’attività. Il compito fu affidato a me”. Morando, che aveva appena conseguito la laurea in giurisprudenza, aveva al suo attivo anche corsi di enologia e diversi viaggi in Francia, dove aveva seguito da vicino le strategie commerciali delle imprese vitivinicole d’Oltralpe. “Il nostro è un prodotto particolare, ci sentiamo molto vicini ai nostri cugini francesi”, dice. “Io credo nel vino come frutto, come nettare che non snatura le caratteristiche del prodotto della terra. E sono convinto che i vecchi stereotipi vadano messi da parte. Più che puntare sul blasone, bisogna cercare slancio nella qualità. La strategia distributiva? Per me un buon imprenditore è chi prima di versare una goccia nell’oceano la versa in casa sua. Per noi è fondamentale il rapporto con il territorio. Quindi dobbiamo rafforzare il nostro brand nel Nord Italia in primis. Ma devo ammettere che stiamo avendo buone soddisfazioni anche in Scandinavia e negli Stati Uniti, in particolare nel New Jersey. Senza contare che i mercati dell’India e del Giappone diventano sempre più interessanti, soprattutto perché il Ruché è un vino che ben si sposa con i piatti speziati”. Come detto, l’enologia è una passione che nella vita di Franco Morando occupa molto più dello spazio riservato al lavoro. Bere vino per lui è anche fonte di relax, meglio se condiviso con gli amici e in compagnia anche di un buon sigaro. “Amo fumare il Davidoff Grand Cru n.5, è un ottimo compagno di discussioni”. Ma Morando giura che non ci sono solo Bacco e Tabacco nel suo tempo libero. “Sono un ottimo sportivo: corro tutti i giorni almeno 45 minuti, iPod nelle orecchie e buona musica che dà il ritmo. Lo trovo molto, ma molto rilassante”

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su