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Italia Oggi

A tutto gas nel mondo del vino … Dal motociclismo all’enologia, una carriera nel segno dell’export. Oggi mi rilasso leggendo e giocando a golf… La vita e i gusti di Ettore Nicoletto, amministratore delegato del Gruppo Santa Margherita… Enduro vuol dire resistenza e regolarità, su ogni terreno e con ogni tempo. E l’enduro è stato la base di partenza della carriera professionale di Ettore Nicoletto, amministratore delegato del Gruppo Santa Margherita, storica azienda vinicola del gruppo Marzotto. Dopo il diploma con indirizzo commerciale si è laureato in economia all’università Ca’ Foscari di Venezia, poi ha conseguito l’abilitazione professionale di dottore commercialista. Nel mondo del lavoro però era già entrato nell’82, quando ancora studiava, perché suo padre aveva un’azienda commerciale legata allo sport che Ettore praticava a livello agonistico: il motociclismo. “Lui commerciava tutte le principali marche di moto giapponesi, Honda, Yamaha, Suzuki, Kawasaki e io conoscevo il prodotto perché facevo gare di enduro, conoscevo bene anche l’inglese e potevo aiutarlo nella gestione dell’import.”, ricorda. “Sono rimaste a lavorare in famiglia fino al ‘92 poi ho preso la mia strada entrando in una società di consulenza di Vicenza. Mi occupavo di marketing e assistevo le imprese del Nordest che cercavano partner nei paesi dell’Europa orientale, dove andavano a delocalizzare fabbriche e aprire nuovi mercati per i quali studiavo piani di penetrazione commerciale. Nel 1993, dopo un annodi esperienza, ho ricevuto l’offerta di una grande azienda veneta, Zonin, una delle realtà più importanti del settore enologico, e ho accettato subito iniziando a 30 anni la mia carriera di manager del vino”. La carica è quella di export manager junior e a Nicoletto toccano ovviamente i paesi considerati meno interessanti e più difficili oltre che lontani, dove nessuno voleva andare: Australia, Oriente, Sudamerica. Una sfida che il giovane accetta e vince sviluppando il business di Zonin in quelle aree, oggi ritenute le più promettenti per il made in Italy, e diventando in sette anni direttore export del gruppo, carica che ha mantenuto fino al 2004. “In quella posizione ho fatto delle scelte imprenditoriali che l’azienda ancora oggi conferma perché si sono rivelate vincenti”, dice. “Per esempio, ho aperto per primo delle filiali commerciali all’estero in un settore dove dominano i distributori”. Nel 2004 arrivò la proposta che aspettava: direttore commerciale per l’Italia e l’estero di Santa Margherita, gruppo vinicolo dell’impero Marzotto. “Sempre vino e sempre Veneto, ma un mondo diverso. Santa Margherita non era un’azienda famigliare, ma una realtà manageriale dove l’azionista si fa vedere solo nei consigli di amministrazione e la cosa mi stimolava”. L’azienda era importante, ma un po’ ferma e il brand che aveva inventato nel 1960 il Pinot Grigio, doveva muoversi sul mercato con maggiore dinamismo. Nicoletto lavora dunque sul portafoglio vini e quello dei rinnovamento del management. La doppia manovra ha successo, nel 2006 viene nominato direttore generale e nel 2008 assume l’incarico di a.d. Il fatturato dell’azienda che gestisce cantine in Veneto, Lombardia, Alto Adige, Toscana e Sicilia, gli da ragione perché è passato dai 70 milioni del 2006 agli 87 milioni attuali. “In questi anni anche il mio tempo libero è cambiato. La moto è un ricordo e dal 2000 non ne ho più”. L’ultima è stata una Honda Africa Twin 750, ma poco dopo averla acquistata l’ha venduta perché non riusciva più ad usarla con soddisfazione. Sposato con una figlia di 7 anni, Nicoletto, ha sostituito le piste infuocate e le pietraie del deserto con i bunker sabbiosi e i soffici green del Golf Club cli Lignano Sabbiadoro che è vicino al suo ufficio e dove ha anche una casa affacciata sulle sue buche preferite. “Il mio handicap è 11 e ho appena comprato una serie di bastoni Mizuno MP53 con i quali spero di abbassarlo ulteriormente”. Leggere è un’altra delle attività preferite, “mi piacciono i racconti di black fiction perché mi distendono”, inoltre dal momento che li legge in inglese, si tiene allenato con la lingua (il suo autore preferito è Patricia Cornwell). La sua automobile è una Audi A6 station wagon aziendale. Perché è tedesca, è potente con i suoi 240 cavalli, è comoda, e poi perché la trova bella. La moda è facile: “Vivo e lavoro in un gruppo di cui fanno parte marchi quali Valentino e Hugo Boss, ma sono alto quasi 2 metri, di conseguenza indosso solo abiti su misura”. Apprezza molto la sartoria napoletana quindi i marchi come Sartoria Partenopea ed Isaia sono il suo riferimento. “A Padova mi servo da un negozio che propone brand quali Sartoria Partenopea e dove trovo anche le Alden, uniche scarpe che metto ai piedi”. Un oggetto al quale è affezionatissimo è il suo orologio Eberhard Extra Fort in acciaio di cui va molto orgoglioso. “Me lo sono comprato 17 anni fa con il mio primo bonus aziendale. Giocando a golf l’ho distrutto e piuttosto che cambiario l’ho fatto restaurare spendendo quasi di più che ricomprarne un altro”. Comunica con un BlackBerry - confessa che vorrebbe buttarlo via, ma non può. “Il mio vino preferito è ovviamente quello che non ho: l’Aglianico del Vulture. Un millenario vitigno greco che cresce su terreni vulcanici e che Santa Margherita, per il momento, non produce”.

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