02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Verso l’Unesco dei vini di qualità ... Il Wto lavora al Registro internazionale indicazioni geografiche... Pronta la prima bozza di testo. L’obiettivo (ambizioso) è raggiungere un accordo entro la fine del 2011... rimi passi verso la creazione di un registro multilaterale di indicazioni geografiche per vini e superalcolici. I negoziatori dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) hanno presentato nei giorni scorsi una prima bozza di testo che, nelle intenzioni dei delegati, dovrebbe tradursi in un accordo definitivo entro la fine del 2011. Un obiettivo quanto mai ambizioso se ti tiene presente che ci sono voluti più di 5 anni per arrivare alla definizione di questo primo parziale risultato. I due draft text presentati nei giorni scorsi a Ginevra (che dovrebbero tradursi in un documento condivi- so entro la fine di marzo) riguardano i termini per la notifica e per la registrazione di un’eventuale richiesta di inserimento di un vino o superalcolico all’interno del Database del Wto, oltre al ruolo previsto per il suo Segretario generale. Questo primo successo riscosso seno all’Organizzazione mondiale del commercio rappresenta, tuttavia, soltanto lo stadio iniziale di un tortuoso accordo politico su cui si fronteggiano da lungo tempo tre diversi schieramenti. Da una parte, il gruppo capitanato dagli Stati Uniti che si sta battendo per evitare il predominio delle stringenti proposte europee che prevedono l’accettazione a livello globale delle leggi sull’indicazione geografica per vini e superalcolici in modo da tutelare al 100% i grandi nomi della tradizione produttiva del Vecchio continente. Usa, Canada e Australia, tanto per citare i tre nomi forti del blocco anti-Ue, vorrebbero invece soltanto la creazione di un database internazionale all’interno del quale, su base volontaria, i singoli Paesi potrebbero aggiungere o togliere a loro piacimento le indicazioni geografiche legate a vini e a superalcolici. Lasciando libera consultazione a questo registro da parte delle singole autorità nazionali chiamate a far rispettare il principio della tutela della proprietà intellettuale. Senza nessun obbligo di perseguire i trasgressori a livello internazionale. “Se la Francia prende un marchio come lo champagne e lo registra, la linea sostenuta dall’Europa vorrebbe che tutti i Paesi che aderiscono all’Organizzazione mondiale del commercio siano tenuti a rispettare quest’indicazione”, hanno spiegato dal Wto. “Questa cosa non è piaciuta a molti Paesi (Australia in primis, ndr) che non vogliono cedere al predominio della legge europea su quella nazionale”. In altre parole, se passasse la linea proposta dall’Ue, nel caso dello champagne tutti i Paesi dovrebbero rispettare quanto registrato a livello di Wto garantendo una tutela e protezione dello champagne francese su scala nazionale. E questo farebbe sì, secondo alcuni, che la legge europea assumesse una valenza extraterritoriale. Pervenire incontro a queste richieste, i delegati dell’Unione europea hanno deciso di modificare la proposta iniziale presentando una smussatura che consente ai singoli Paesi di considerare su base volontaria se proteggere o meno un marchio registrato. Ma anche questa concessione è risultata troppo restrittiva per
il blocco anglosassone che mira soltanto a una classificazione delle indicazioni geografiche senza prevedere alcuna forma di tutela da parte delle autorità nazionali. A complicare ulteriormente le cose si è inserita la posizione del terzo blocco di contendenti composto da Cina e Hong Kong che hanno proposto la creazione di un registro multilaterale a cui potranno partecipare su base volontaria i singoli membri del Wto e che garantirà la tutela per un periodo di 10 anni rinnovabili. “Il certificato di registrazione costituisce la prova della costituzione della relativa indicazione geografica di fronte a ogni corte di giustizia, tribunale o organo amministrativo dei membri che partecipano al registro”, si legge nella proposta cinese secondo cui la registrazione di un’indicazione geografica nel Registro è ammissibile come prova preliminare per stabilire la proprietà delle indicazioni. Nonostante questo, ogni membro partecipante potrà comunque rifiutare la protezione di un’indicazione geografica conformemente alla sua legislazione nazionale nel caso in cui i propri giudici, tribunali nazionali o gli organi amministrativi dovessero ritenerla inapplicabile tenendo conto di circostanze locali. Un bel nodo da sciogliere per i rappresentanti del Wto che l’11 febbraio torneranno a riunirsi a Ginevra per affrontare il terzo argomento in agenda, quello più ostico, ovvero le conseguenze giuridiche della registrazione. L’agenda del Wto prevede 5 mesi di tempo per raggiungere un’intesa a livello multilaterale su questo tema. Da quel momento in avanti, la strada risulterebbe tutta in discesa. E nel secondo semestre dell’anno ci sarebbe quindi tutto il tempo per definire i termini meno critici della discussione ovvero il livello di tasse e spese connesse alla registrazione, il trattamento dei paesi invia di sviluppo e le condizioni di partecipazione al Registro (facoltativa oppure obbligatoria). Ma viste come sono andate le negoziazioni fino a questo momento, meglio ari- dare per gradi, prima di lanciarsi in slanci di eccessivo entusiasmo, alzando i riflettori sul prossimo meeting in agenda a Ginevra per la metà di questo mese.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su