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Rosso in purezza Montalcino divisa ... La polemica sulla “purezza” impazza anche sulle colline dell’altro grande rosso toscano, quelle di Montalcino. Qui il Consorzio ha proposto il cambio di disciplinare del Rosso, che oggi prevede Sangiovese al 100%. Ma per capire se la modifica ci sarà occorrerà aspettare altri tre mesi. L’asse m b le a dei soci ha, infatti, rinviato la votazione.
Per il presidente del Consorzio, Ezio Rivella, si tratta di “una decisione che ci lascia molto soddisfatti perché la maggioranza ha giustamente valutato che per una materia così delicata fossero necessari ulteriori approfondimenti”. Il cambio tuttavia ha innescato un acceso dibattito. Anna Maria Buzdon dell’azienda agricola Podere Paganico dice di “non credere nel cambio di disciplinare. E come buttare alle ortiche origini e cultura. Si andrebbe verso una perdita di identità”. Meno netta la posizione, invece, di Enrico Viglierchio di Villa Banfi. “Deve essere una scelta condivisa da tutti i produttori, è una decisione sul futuro di Montalcino. Il Rosso è legato al fratello maggiore Brunello e qualunque strategia deve essere vista in questa ottica”. In questo quadro si inseriscono il gruppo Illy, che controlla l’azienda Mastrojanni, che ha chiesto di recedere dall’intenzione di modifiche al disciplinare e Stefano Cinelli Colombini della Fattoria de’ Barbi per il quale non ci sono da fare guerre di religione, il Rosso non è tradizione, ma è stato creato in anni recenti per ridurre l’eccesso di produzione del Brunello. Sulla questione, poi, pesa la situazione prezzi. All’ingrosso si parla di 2,5 euro al litro per il Rosso e 3,6 per il Brunello e c’è chi addirittura svende il Brunello con la promozione dell’uno più uno, ovvero per ogni bottiglia, indipendentemente dal numero acquistato, un’altra è omaggio.