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Italia Oggi

Qui tiriamo i centocinquanta ... Parla Riello, presidente di Veronafiere. Stiamo investendo sui mercati emergenti... Previsti 150 mila visitatori per oltre 4 mila espositori... Il Vinitaly del 2011 è all’insegna del numero 150. Non solo perché cade nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ma anche e soprattutto perché quest’anno sarà tagliato il traguardo dei 150 mila visitatori, dei quali un terzo proveniente da 114 Paesi, come riferisce nell’intervista il presidente di Veronafiere, Ettore Riello, una delle principali figure imprenditoriali del Veneto. Ma la ricorrenza storica è anche un’opportunità, come sottolinea il presidente dell’ente fieristico scaligero, “di sottolineare l’importanza dell’Italia nel mercato mondiale del vino, dove il prodotto nazionale registra tassi di crescita a doppia cifra. Parte centrale di questa iniziativa è la bottiglia del 150°, contenente un vino frutto della miscela di vitigni autoctoni di tutte le regioni d’Italia. Con “MF-Milano Finanza” Riello ha tracciato un sintetico bilancio dei risultati ottenuti dal Vinitaly in questi ultimi anni.
Domanda. Quali sono le novità rispetto all’anno scorso?

Risposta. Anzitutto sta sorgendo la necessità di espanderci. La manifestazione è cresciuta al punto da occupare una superficie di 10 ettari e gli attuali spazi cominciano a essere stretti. Non solo per gli espositori. Quest’anno prevediamo, ragionevolmente, un afflusso di circa 150 mila visitatori, un terzo dei quali provenienti da 114 Paesi, contro i circa 148 mila del 2010. Quindi dobbiamo proseguire nel piano di investimenti che prevede una spesa di circa 12 milioni di euro l’anno su cinque anni. Questa cifra comprende i 7 milioni dedicati alle iniziative all’estero del Vinitaly.

D. E sul tipo di presenza cosa cambia?

R. La novità principile è che Vinitaly 2011 per la prima volta vedrà la partecipazione di una delegazione di produttori di Bordeaux.

D. Come lo spiega?

R. La Francia nel 2010 ha prodotto 45 milioni di ettolitri, l’Italia 43 milioni. La produzione italiana è diventata un concorrente molto forte, anche in giro per il mondo, quindi c’è il desiderio da parte loro di vedere più da vicino le realtà a sud delle Alpi. Un grosso contributo a questo risultato l’ha data la produzione di spumante alla quale, è questa un’ altra novità di quest’anno, sarà dedicato uno spazio apposito.

D. Come commenta i dati pubblicati da Mediobanca?

R. Il rapporto indica un aumento dell’export dell’8,5%. Ma la cifra si riferisce al campione di aziende considerato. I dati Istat indicano una variazione ancora più marcata, dell’11,7%. Sono numeri importanti, anche perché sui 43 milioni di ettolitri di cui le parlavo circa la metà viene venduta all’estero. Ed è particolarmente importante in un momento in cui il mercato italiano è un po’ in affanno.
D.Avete visto una corrispondenza tra le iniziative all’estero e i risultati in termini di export?

R. Ci siamo concentrati sugli Stati Uniti, che oggi con 800 milioni di fatturato rappresenta un quinto di tutto I’export di vino italiano.

D. Su quali aree adesso vi state orientando?

R. Una è la Russia, dove i numeri sono molto più piccoli rispetto agli Stati Uniti, lì il fatturato si aggira sui 100 milioni. Ma i tassi di crescita sono impressionanti, dell’ordine del 60%, e c’è particolare attenzione al vino di qualità, per cui sono allo studio delle iniziative. Inoltre abbiamo in essere una joint venture in India con un partner locale, così come anche a Hong Kong, dove Vinitaly ha accesso ad alcuni padiglioni espositivi. Un accesso privilegiato al mercato cinese che ormai è fra i più importanti. Un’altra grande opportunità sulla quale stiamo lavorando è il Brasile.

D. Un paio di anni fa un produttore che aveva partecipato a un Vinitaly a Miami mi disse che la manifestazione era stata organizzata in un modo un po’ artigianale. State lavorando per potenziare le vostre iniziative all’estero?

R. Non tutte le novità riescono al primo colpo. È un’expertise che si costruisce nel tempo. Tenga conto che negli Stati Uniti c’è una forte competizione tra le aziende fieristiche. A me, che vengo dall’industria del riscaldamento, è capitato di andare a una fiera a Orlando in Florida. Si figuri che flop.

D. Quanto pesa Vinitaly sul fatturato complessivo di Veronafiere?

R. Di circa 90 milioni di ricavi un terzo è generato dal Vinitaly.

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