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Italia Oggi

Verso il robot agricoltore ... Lavorerà in vigne, frutteti e serre. Entro tre anni... Maxiprogetto da 10 mln di euro. Impegnate 10 università e quattro aziende... Mettere a punto dei robot con un elevato grado di discernimento, capaci di svolgere in modo efficace diversi tipi d’operazioni in ambienti colturali geometricamente strutturati (serre, vigneti, frutteti). È l’obiettivo che si pone il progetto Clever robots for crops (robot intelligenti per l’agricoltura) che rientra nel 7° programma quadro della Ue. Un progetto quadriennale, avviato a ottobre scorso, che può contare su un budget di oltre 10 milioni di euro (7,5 di fondi comunitari) e cui partecipano 14 realtà fra istituti di ricerca: le università di Wageningen (Olanda), Leuven (Belgio), Ben Gurion (Israele), Ljubijana (Slovenia), Umea e Slu (Svezia), Technical University (Germania), il Consiglio superiore della ricerca scientifica (Spagna), il Programma per l’agricoltura di precisione (Cile) e la facoltà di Scienze agrarie dell’università di Milano; e le aziende Case New Holland (Belgio), Force A (Francia), Festo (Germania) e Jentjens Machinetecknieck (Olanda). “Riteniamo di poter fare passi avanti sostanziali”, dichiara a “ItaliaOggi” Roberto Oberti, ricercatore presso l’Istituto d’ingegneria agraria della facoltà di Scienze agrarie dell’Università di Milano, “rispetto a quelle che fin qui sono state le performance dei robot in ambito agricolo. In particolare puntiamo a sviluppare piattaforme elettronico-meccaniche altamente configurabili e modulari, che, montando strumenti diversi come sensori, pinze, nebulizzatori, ecc., assolvano a compiti differenti come fare una raccolta selettiva dei soli frutti maturi o individuare l’insorgere di fitopatologie e irrorare agrofarmaci in maniera ancora una volta selettiva”. Ciascun istituto di ricerca, in funzione delle sue specializzazioni, svilupperà specifici aspetti”. Il team della professoressa Yeal Edan, dell’università Ben Gunon, per esempio, coordinerà l’attività di messa a punto di algoritmi innovativi che consentano al robot di decidere di svolgere un determinato lavoro anche in situazioni impreviste ossia che non collimano perfettamente con quelle codificate per l’azione specifica. Il gruppo di ricerca dell’università di Milano opererà su due fronti. In collaborazione con Force A, lavorerà all’individuazione tramite sensori dei sintomi delle principali malattie della vite (oidio, peronospora e botrite) e alla memorizzazione della posizione dei focolai della fitopatia per il successivo trattamento. E insieme alla facoltà d’ingegneria meccanica dell’Università di Lubiana, alla messa a punto di un sistema d’irrorazione localizzata. “Per fine 2014”, spiega Oberti, “contiamo d’organizzare in diversi paesi dimostrazioni delle capacità del prototipo di robot che avremo sviluppato. Per la fase d’industrializzazione ci vorrà dell’altro tempo e ulteriori ricerche”. Nel frattempo, la Ben Gurion University, grazie a fondi messi a disposizione dal ministero dell’agricoltura d’Israele sta sviluppando un vendemmiatore automatico.

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