02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Perrier-Jouët comunica con arte ... Libri, mostre, produzioni limitate nella tradizione del marchio... Le strategie di nicchia del brand di champagne che fa parte del gruppo Pernod Ricard... Intrecciare l’immaginario e i linguaggi propri dell’arte con la comunicazione del marchio: una via scelta da Perrier-Jouët per conquistare un pubblico di amanti del lusso e di esteti. Produzioni limitate e piccoli volumi destinati a pochi sono infatti alla base della strategia della maison di champagne (parte del gruppo Pernod Ricard), che punta su operazioni che si richiamano all’universo della Belle Epoque, all’Art Nouveau e al mondo dei dandy. Per fare ciò la maison si ricollega alla sua storia, che affonda le radici nel 1811, a Epernay, nel cuore della Champagne. “Fin dall’inizio Perrier-Jouët si è sempre legata all’arte raccogliendo e tracciando molteplici percorsi creativi e culturali”, dice Laura Mayr, markting manager champagne, whiskies & communication di Pernod Ricard. Agli inizi del secolo scorso il marchio di champagne si lega infatti all’Art Nouveau, circolando negli ambienti collegati al movimento artistico, tanto che nel 1902 Emile Gallé decora con degli anemoni la bottiglia che poi sarà chiamata Cuvée Belle Epoque e che diventerà il simbolo della maison. “I pezzi realizzati, che rimasero in cantina per più di 50 anni, poi sono stati riscoperti e fu lanciata la Cuvée Belle Epoque, ancora oggi la punta di diamante della produzione”. Non per nulla Perrier-Jouët ha creato, nelle sede storica di Epernay, una collezione privata di opere dell’Art Nouveau, con oltre 200 pezzi. Un percorso che è continuato con la presenza di Perrier-Jouët al Royal Opera House di Londra, con la partecipazione al festival d’Arte Basel a Miami e con la partnership con il Teatro alla Scala di Milano. “L’anno scorso abbiamo lanciato il volume “The art of vintage”, in occasione di una degustazione storica di 20 annate della maison: è un libro che analizza ogni annata a livello enologico, corredandola con un movimento artistico dell’epoca e identificandola con un personaggio femminile”, racconta Mayr. Un’altra iniziativa che si lega allo stesso filone è la realizzazione di un’opera ad hoc da parte del designer Noé Duchaufour-Lawrance, il Flower Table, un tavolo a forma di anemone che al suo interno riesce a contenere le bottiglie di Champagne, mentre quest’anno la Maison è stata presente al Fuori Salone di Milano con Natura Morta dello studio londinese Toogood, una mostra intorno al concetto di buio. L’immagine che Perrier-Jouët vuole trasmettere è, insomma, quella di un brand di nicchia; non per nulla lavora esclusivamente su piccoli volumi e in due secoli di storia si sono susseguiti solo 7 chefs de cave (dal 1993 è Hervé Deschamps) all’interno della maison. In linea con questo posizionamento è una delle ultime operazioni proposte dal marchio, che parte dalla “reinterpretazione del dandismo in chiave contemporanea, perché Perrier-Jouët era lo champagne preferito dai dandy”, continua Mayr. È stata così lanciata la Dandy Bag, una borsa limited edition creata dal fashion designer Isaac Reina, che contiene una Cuvée Belle Epoque 2002, due flûte, due cappelli Borsalino, e un vademecum sul dandy curato da David Piper e illustrato da Kareem Iliya. In Italia ne sono arrivati solo 5 pezzi, al prezzo di 5 mila euro l’uno, in vendita al corner della maison alla Rinascente di Milano. Tutte attività “che sono la nostra forma di comunicazione con il pubblico. Poi abbiamo anche una campagna istituzionale su stampa di alto profilo e su web”, continua la marketing manager. In Italia (dove la distribuzione è stata affidata a Marchesi Antinori), nel 2010, Perrier-Jouët ha visto un incremento a doppia cifra della Cuvée Belle Epoque, il prodotto di punta (ci sono anche la Cuvée Belle Epoque Rosé e Cuvée Blanc de Blancs), mentre globalmente sono stati venduti 3 milioni di bottiglie.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su