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Italia Oggi

Sulla via della Cina ... Nasce Sinodrink, joint venture Genagricola-Liu Qiang... Una newco per vendere i vini italiani... L’approccio italiano al mondo cinese del vino è stato, finora, abbastanza cauto. Relativamente modesti, anche se in aumento, gli investimenti in marketing, scarsa la
conoscenza di un mercato potenzialmente immenso, ma guardato con sospetto. I dati, resi noti al
Vinitaly dall’Hong Kong track development council, vera porta dell’export internazionale di vino
in Cina, parlano da soli: si prevede che, nel 2013, in Cina si consumeranno 1,26 miliardi di bottiglie
e il consumo di vini di alta gamma (oltre i dieci dollari) crescerà a 7,7 milioni di bottiglie. Ma l’Ita-
ha sta riducendo la sua quota di mercato: a fronte del 36,4% della Francia, l’anno scorso ha raggiunto il 2% (2,3% nel 2009), con un fatturato di 18 milioni cli dollari. In linea generale, in Cina vanno i produttori più organizzati, da Cavit, che però ha già ridimensionato l’investimento, a Zonin, da Antinori a Caviro a Genagricola. Altri seguono, con alterni risultati. C’è però chi va in controtendenza e punta a consolidare la propria presenza nell’ex Celeste impero. E il caso
Genagricola, la società agricola del gruppo Generali, guidata da Giovanni Perissinotto. Presente da 20 anni in Cina, il gruppo ha attivato di recente la joint venture paritetica Sinodrink con l’importatore cinese Liu Qiang, che, nel suo listino fornitori annovera, tra gli altri, nomi eccellenti dell’enologia italiana, come Ferrari, Castellare di Castellina, Masciarelli, Libranidi, Spadafora, Falesco e De Castris. Esperto conoscitore del settore e dei vini italiani in particolare, Liu Qiang è la “guida” agli umori, alle tendenze, alle aspettative dei cinesi amanti del vino. “L’Italia”, afferma Piero Totis, direttore export di Genagricola, “è sì presente in Cina, ma manca una politica strutturata, che agevoli la conoscenza del nostro vino, come invece succede per i prodotti francesi, sostenuti da una forte presenza di ristoranti dell’Esagono”. Il mercato è inoltre da un lato polarizzato (basso prezzo o premium), dall’altro ha modalità d’acquisto e cli consumo diverse da quelle occidentali: la bottiglia di vino è oggetto cli regalo importante, ma si trova anche nella ristorazione e nei night bar. “Grandi acquirenti”, sottolinea ancora Totis, “sono i gruppi bancari, che spesso ordinano interi container”. Grazie al socio cinese e alla presenza capillare sul territorio di Sinodrink, Genagricola punta molto in alto: dalle attuali 100 mila bottiglie esportate in Cina (il paese assorbe circa il 9% del suo export, pari a 1,2 milioni di bottiglie) vuole toccare le 400 mila in cinque anni. Ma la Cina non è l’unico obiettivo. Negli Stati Uniti, mercato fondamentale anche per Genagricola, è stato recentemente acquisito Montcalm, che permetterà la distribuzione autonoma dei vini del gruppo su tutto il territorio federale. Alla guida di Montcalm è stato posto Leopoldo Bisio, professionista di lunga esperienza prima sul mercato italiano e, nell’ultimo ventennio, su quello americano.

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