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Italia Oggi

Gli acquisti di gruppo visti dal Terroir ... Il web di ultima generazione, quello definito social o 2.0, ha già aperto le porte agli acquisti di gruppo. Ora, invece di comprare da soli un bene fisico o digitale su internet, più consumatori possono agevolmente organizzarsi per effettuare una transazione comune. Possono, cioè, decidere di utilizzare la propria forza commerciale per
spuntare migliori condizioni di acquisto. E nel vino che effetto ha Groupon? Il comparto enologico almeno sulla carta, offre importanti occasioni di accordo ad acquirenti dispersi territorialmente e messi in condizione dal web di condividere la propria passione di acquisto. Il vino, come settore
commerciale, è caratterizzato dai Terroir, cioè dalle zone di produzione speciali, dalle annate delle etichette, dalla specificità dei vitigni, dai blend o dalle combinazioni che riguardano la singola
produzione e da molti altri fattori specifici. Tutti fenomeni che producono e, almeno sulla carta, possono aggregare appassionati con interessi comuni e specifici in grado di esprimere un interesse comune di acquisto. Anche nel comparto del vino l’effetto potenziale è duplice. Dal lato dell’offerta, perché l’opportunità al produttore di un Terroir, ad esempio, di rivolgersi in maniera mirata a tutti coloro che desiderano, perché appassionati, seguire questo Terroir nei minimi dettagli. Il territorio è un gruppo di acquisto naturale anche se difficile da identificare fisicamente. È sparso per il mondo e popolato da appassionati che si informano, approfondiscono, scambiano news e conoscenze del Terroir che li interessa e, molto spesso, comprano anche le bottiglie prodotte da quel territorio. Ora possono essere identificati in qualche modo, cioè il web può far emergere la comune passione trasformandola in una comunità e così creando il presupposto per pensare e proporre speciali azioni promozionali. Non necessariamente di vendita. Ma anche il lato della domanda
si trasforma. I consumatoni di vino possono ora esporre e condividere interessi comuni e farli diventare domanda aggregata. Significa che, anziché acquistare in ordine sparso, possono esprimere una forma di acquisto di gruppo. Per un bene come il vino, comprato spesso in maniera non impulsiva e ripetitiva ma dopo attenta analisi e periodicamente, la possibilità di aggregare la domanda offre indubbiamente nuove occasioni di guadagno per i consumatori. Possono, ad esempio, decidere di organizzarsi per “fare il prezzo di mercato” delle etichette icon o superpremium di Terroir blasonati, calmierando la tendenza di queste bottiglie a raggiungere prezzi molto elevati. O possono organizzarsi per gestire la relazione con i produttori di vitigni unici così da ridurre i rischi dei primi acquistando in anticipo sulla carta buona parte della produzione annua. Insomma gli acquisti di gruppo si preparano a modificare almeno alcune delle modalità di relazione tra produttori e consumatori nel mercato vinicolo mondiale. L’impatto maggiore, molto realisticamente, verrà dall’aggregazione degli interessi e delle passioni dei clienti dispersi nei paesi non produttori ed interessati a dare espressione in termini di prezzo alla propria comune passione enologica. In qualche modo fare marketing verso questi consumatori sarà molto diverso rispetto al passato: avranno meno ruolo le degustazioni o eventi analoghi e maggiore peso i fattori specifici in grado di influenzare le dinamiche di innesco dell’aggregazione di acquisto. Si tratta per il vino di un fenomeno davvero originale perché è indubitabile che quello enologico è un raro comparto produttivo nel quale ci sono poche regioni produttrici a fronte di consumatori globalizzati. L’effetto Terroir, in qualche modo, è già entrato nella dimensione del web 2.0.

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