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Italia Oggi

Lo sviluppo è servito in tavola ... Nel Salento il turismo si snoda tra masserie e cantine... La Regione ha fatto dell’enogastronomia di alto livello un primario fattore di crescita... “La Puglia sta vìvendo uno stato di abbandono. Parecchi vigneti sono soppressi perché non producono abbastanza. È il Salento che sopravvive bene”. Il grido d’allarme è di Rolando Chiossi vicepresidente del Giv, il Gruppo italiano vini, secondo Mediobanca il maggiore gruppo vitivinicolo italiano con 304 milioni di euro di fatturato consolidato e 1.250 ettari di vigneto di proprietà. Tra questi ci sono i vigneti di Castello Monaci, esempio della rinascita salentina, tenuta di Vitantonio Seracca e della moglie Lina Memmo, 150 ettari poco distanti da Lecce e vicini al mare. “Castello Monaci predilige varietà autoctone come Primitivo, Negroamaro e Malvasia Nera”, spiega Andrea Lonardi, direttore della tenuta. “Innovazione e tecnologia sono due driver della ripresa del vino in Puglia: a Castello Monaci, per esempio, la vinificazione è curata con serbatoi termocondizionati in acciaio e la cantina, scavata nel tufo è caratterizzata da un isolamento termico naturale con oltre 550 barriques di quercia francese e 18 botti da 56 ettolitri di quercia francese”...

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