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Italia Oggi

Veronafiere, è scontro elettorale … In vista delle comunali, sfida Lega-Pdl sulla cessione dell’ente… Tosi punta alla riconferma e a fare cassa. Il sottosegretario Giorgetti vuole sostituirlo e dice no…La Fiera delle contrarietà. È quella di Verona, dove la cessione di una quota del capitale da parte del Comune retto dal leghista Flavio Tosi sta scatenando la bagarre col Pdl veneto, coordinato dal sottosegretario alle Finanze, Alberto Giorgetti. Ma più che l’oculatezza di un’operazione, invocata dal sindaco per sanare il bilancio veronese e avversata dal pidiellino per l’inopportunità di vendere un asset strategico, lo scontro si proietta sulle amministrative del 2012, per le quali Giorgetti è poco incline a concedere alla Lega la poltrona di primo cittadino a Verona. Un’ipotesi confermata anche dallo scoppio della querelle. Il sottosegretario s’è preso la briga di scegliere una platea davvero sui generis per attaccare il suo compagno di coalizione Tosi: la festa provinciale del Partito democratico; affrettandosi l’indomani, quando le cronache venete montavano già la polemica, a dichiarare che si trattava di “valutazioni personali”. “Mi pare un po’ difficile liquidarle in questo modo”, aveva ruggito dal palazzo comunale Tosi, “le opinioni personali si esprimono a cena con gli amici, oppure al bar, non certo nel corso di una manifestazione politica, specialmente se si è coordinatore regionale di un partito”. Il punto, ha proseguito il leghista, “è far quadrare i conti municipali senza tagliare in misura insostenibile i servizi ai cittadini, nei più diversi settori”. E se a criticare è il sottosegretario alle Finanze, ha detto papale papale Tosi, che almeno indichi una diversa soluzione. Perché invece la soluzione del sindaco una logica sembra averla: il comune, che detiene il 54% di Verona Fiere ne cede il 24, portando in cassa circa 33 milioni degli oltre 110 di valore stimati ma rimanendo primo socio della compagine, perché la quota alienata finirebbe ad almeno tre soggetti: la Cattolica assicurazioni e la Popolare di Vicenza, entrambe col 6,5% ciascuno, e alla finanziaria regionale Venete Sviluppo col 4,5%. “Capisco lo stupore di Tosi che ha evidentemente un’idea monopolistica dell’amministrazione”, ha risposto ironicamente Giorgetti, “ma il nostro è un partito in cui ci si confronta e dove si tollerano opinioni diverse”. Ma aldilà delle agre battute, Giorgetti ha detto chiaro e tondo che dismettere per le spese correnti di Palazzo Barbieri, sede comunale, significa “depauperare il patrimonio cittadino”. Al cui governo, ma questo il sottosegretario non l’ha detto, l’anno prossimo ci potrebbe essere un uomo del Pdl. Magari lui stesso, che è nato nella città dell’Arena 44 anni fa. O suo fratello, Massimo, maggiore di otto anni ma di fatto suo gregario politico, essendo attualmente assessore regionale ai Lavori pubblici. Quella che si configura come vera e propria Battaglia di Verona, riporta infatti a galla le storiche divisioni fra Alleanza nazionale e Carroccio. I Giorgetti sono infatti gli uomini forti della componente aennina veneta del Pdl, con Alberto eletto alla camera già nel 1996. Tosi, 42enne, ha già ottenuto molto dalla poltrona di sindaco, risultando il più amato d’Italia dopo il fiorentino Matteo Renzi, ma se il quadro politico nazionale fosse instabile anche nella primavera dell’anno prossimo, preferirebbe di certo mantenersi la fascia tricolore.

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