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Italia Oggi

Vino e vite, europei disaffezionati ... Consumi mondiali su. Ma arranca il Vecchio continente … Lo evidenzia l’ultimo rapporto dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino (Oiv) ... Crollano molte certezze in base all’ultimo rapporto dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino (Oiv). Gli europei si stanno disaffezionando alla vite e al vino. Diminuiscono gli ettari coltivati a vigna ma anche i consumi. La crisi più marcata è per la Romania che ha visto ridursi il suo potenziale vitivinicolo del 20% dal 2002 ad oggi passando da 250 mila ettari a 200 mila. Diminuisce significativamente il terreno vitato anche in Italia nello stesso periodo, da 900 mila ettari e meno di 800 mila. Lievemente meglio fa solo la Francia, paese in cui il calo è inferiore ai 100 mila ettari ed oggi può contare su poco più di 800 mila ettari. Viceversa cresce la viticoltura in Cina, giunta a 500 mila ettari, nel 2002 erano 400 mila, e in Argentina in cui l’incremento è stato di più del 20% passando da 220 a 270 mila ettari. Ottime performance anche per il Cile che ha raggiunto la soglia dei 200 mila ettari vitati. Stabile invece l’investimento viticolo in Usa, Sud Africa e Australia. Sebbene l’Europa resti saldamente la prima area geografica al mondo per produzione di vino, con 130 milioni di ettolitri prodotti solo in Italia, Francia e Spagna, cresce prepotentemente la produzione in Argentina, arrivata nel 2010 a 16 milioni di ettolitri e in Cina che l’anno passato ha prodotto 13 milioni di ettolitri. Sul fronte dei consumi si conferma la crescita dei mercati australiani e asiatici. Nel 2002 l’incidenza sul consumo mondiale di vino dell’Asia era del 4,2%, oggi è del 7,9%. In Oceania si è passati dall’1,6 al 2,7%. Il calo europeo non è imputabile solo all’esplosione dei consumi in nuove aree geografiche ma a una drastica diminuzione dei consumi, scesi dai 35 milioni di ettolitri registrati in Francia nel 2002 agli attuali 29. La diminuzione è meno accentuata in Italia, da 28 a 25 milioni di ettolitri. Secondo l’Oiv, la tendenza sarà di un ulteriore contenimento dei consumi nei paesi europei e di un marcato incremento negli Stati Uniti, in Cina e in Australia, quest’ultimo, probabilmente, con i minori margini di crescita visto che nel 2010 il consumo pro capite è stato di circa 25 litri. La crisi dell’Europa si manifesta anche nell’export laddove la quota del Vecchio continente si è ridotta dall’86% del 1995 al 70% nel 2010 dei volumi complessivamente esportati nel mondo. In netta crescita invece l’Oceania che ormai ha una quota di export del 10%. Anche l’Africa fa segnare un’ottima performance, passando dall’1,9 al 4,2% dell’intero export mondiale. L’Europa arranca proprio mentre il mercato mondiale del vino dà segni di ripresa. Il consumo di vino è passato dai 236,5 milioni di ettolitri consumati nel 2009 ai 238 consumati nel 2010. Un dato che ha certamente risentito dell’andamento degli scambi, segnati da una crescita di più del 7% delle esportazioni e del 3,3% delle importazioni. “Nel 2010 è ripresa la tendenza alla crescita e il volume globale delle esportazioni di vino è ancora largamente superiore a quello registrato nel 2006 e negli anni precedenti” ha dichiarato Federico Castellucci, direttore generale dell’Oiv.

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