02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Il vino alla prova della nuova economia mondiale ... Come accadeva negli anni 80 della famigerata Prima repubblica la Bce, la Banca Centrale Europea, ha iniziato a comprare i titoli di stato. Diversi miliardi di Btp italiani acquistati per sostenere il prezzo di mercato e contenere lo spread, cioè il differenziale, con gli analoghi titoli decennali a tasso fisso tedeschi. Si tratta di un’operazione di mercato aperto, insolita per una banca centrale, che segnala quanto complessa sia la situazione contemporanea. Gli Usa, poi, hanno perso la tripla A. Significa che la principale economia del pianeta non è più a prova di fallimento. Altro accadimento che non si era mai verificato e che ha spinto la Fed, la banca centrale americana ad annunciare che terrà i tassi di interesse al livello record attuale pari allo 0-0,25% fino alla metà del 2013. In questo modo i tassi dei titoli a due o tre anni scenderanno allo 0,25% non essendoci più alcuna incertezza sul loro andamento futuro. Uno scenario davvero complesso. Come uscirne? Secondo Kenneth Rogoff, ex capo economista del Fmi, la ricetta è quella che questa rubrica propone da tempo: una politica monetaria più aggressiva con la Fed che, contestualmente, annuncia il target di moderata inflazione futura. Fare un po’ d’inflazione tramite la creazione di moneta. Se così andranno le cose gli asset reali, quali le imprese vinicole, potrebbero beneficiarne non poco perché in una fase inflazionistica i beni reali sarebbero beneficiati sicuramente. Se si dovesse aprire una stagione di moderata inflazione, di fatto ignota ai mercati occidentali dagli anni ottanta, per il settore del vino i possibili vantaggi sarebbero diversi. Terreni e magazzino sono beni fisici capaci di assorbire una fase inflazionistica; l’etichetta un asset intangibile in grado di rivalutarsi; eventuali catene di vendita un canale fisico altrettanto assicurativo della gabella inflazione. La complicata situazione economica globale favorisce scelte di politica economica che potrebbero favorire, nel medio termine, il valore delle proprietà vinicole. Per questa ragione chi eventualmente dispone di liquidità ed è già attivo nel settore dovrebbe valutare se e come investirla in questa fase dandosi un orizzonte almeno quinquennale. Questo ragionamento vale ancora di più se la moderata inflazione dovesse essere accompagnata da tassi di interesse molto contenuti, perché in questo caso il rendimento reale che un investimento complessivo nel vino potrebbe garantire sarebbe migliore di quello offerto dalle stesse obbligazioni. In qualche modo un asset vinicolo potrebbe essere una sorta di Btp indicizzato all’inflazione, quindi con un potenziale investimento annuo piuttosto interessante in un periodo non facile. Un modo per diversificare parte del patrimonio in una categoria di asset in grado di proteggere dall’inflazione e di garantire anche un minimo di apprezzamento annuo dell’investimento. In questa fase economica caratterizzata da estrema incertezza e volatilità è possibile seguire varie strategie di investimento. Per coloro che ritengono altamente possibile una qualche fiammata inflazionistica il settore del vino è un comparto da analizzare a fondo.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su