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Italia Oggi

Moscato e stracciato … I1 presidente dei produttori denuncia: mondo di filibustieri... Prezzi troppo bassi per il vino di Asti ... Il Moscato di Asti è alle prese con il problema dei prezzi. Ovviamente troppo bassi. Un buon moscato non dovrebbe scendere sotto ai 4-5 euro la bottiglia. Ma ci sono aziende che svendono tanto che in qualche negozio si trovano bottiglie a 3 euro e nella gdo anche a 2 euro. E abbassare i prezzi significa spesso rinunciare alla qualità. Per Giovanni Satragno, presidente dei Produttori Moscato d’Asti Associati, non ci son dubbi. “Il mondo del Moscato è un mondo di filibustieri, il prodotto è troppo bistrattato, maltrattato”. Il problema è principalmente legato al fatto che per ragioni commerciali si spinge la produzione di uva ad alte rese per ettaro, il tutto a discapito della qualità. “Provare bottiglie a 2 euro è una cosa che non si riesce a comprendere, si può solo immaginare. Ci sono tanti furbi”, commenta Satragno. “Il Moscato è un prodotto unico che meriterebbe di essere trattato in modo più rispettoso. Con la politiche del mordi e fuggi non ci si garantisce il futuro”. Produttori Associati rappresenta la parte agricola del Moscato, riunisce 2.300 aziende nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria per un totale di circa 10 mila ettari. Oltre al prezzo di vendita, a pesare c’è poi l’accordo firmato lo scorso sul prezzo delle uve. “Abbiamo un accordo che prevede prezzi fissi per tre anni. Qualcuno dalla parte agricola l’ha voluto firmare non accorgendosi che è trappola. Non si firma, infatti, un accordo quando c’è richiesta di prodotto solo per fare un favore all’industria. Per gli agricoltori si può valutare un danno di 10 miliardi di euro. Qualcuno dovrebbe risponderne”. Parole dure, a commento di una situazione che vede il Moscato crescere sui mercati, ma con i produttori impegnati a litigare. Per provare a mettere d’accordo tutti e tornare a parlare di qualità del prodotto, recentemente sono nate le “sottozone” Canelli, Strevi e Santa Vittoria d’Alba. Approvate dal Comitato vinicolo nazionale, saranno utilizzabili già dalla vendemmia in corso. Per molti si tratta di un primo passo verso la ricerca di una nuova immagine di questo importante segmento dell’enologia italiana. “Ma i vantaggi, se ci saranno, si avranno a lungo termine”, conclude Satragno.

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