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Italia Oggi

Battaglia sul Rosso di Montalcino … L’assemblea del Consorzio voterà sul cambio di disciplinare. Tra le ipotesi la nascita di tre Rossi … In gioco il 100% sangiovese. E Illy guida il fronte del no ... Raccolta di firme, la seconda in un anno e mezzo, lettere, mobilitazione via email. L’assemblea che deciderà se far rimanere il Rosso di Montalcino un vino al 100% Sangiovese o potrà aprirsi ai vitigni internazionali, è stata fissata per mercoledì prossimo alle 14,30. Ma i contrari al cambio di disciplinare cercano con ogni mezzo di evitare che tale cambiamento avvenga. E fanno quadrato. A guidare il fronte del no è Francesco Illy della tenuta Mastrojanni. Prima ha scritto una lettera al vetriolo indirizzata al Consorzio per chiedere di cambiare la data dell’assemblea, poi si è mobilitato per far partecipare tutti i soci contrari alla prima convocazione. “Denuncio la vostra insistenza nel voler mantenere questa data quale grave prova della vostra totale assenza di sensibilità per gli interessi dei vostri produttori e consorziati”, scrive Illy nella lettera nella quale chiede di spostare la data. Per l’imprenditore triestino la scelta del 7 settembre non tiene conto delle difficili condizioni della attuale vendemmia. “Il 21 agosto una tempesta di caldo con venti forti a 41°C ha colpito Montalcino”, continua Illy. “Le uve in maturazione si sono appassite in quantità che variano tra il 5 e il 50% a seconda delle zone e dell’età delle vigne. Questo fatto aggiungerà duro e lungo lavoro per produttori e consorziati”. E poi “siamo in vendemmia e molti di noi stanno imbottigliando. Nessuno di noi ha tempo, energia e voglia di venire alla riunione il 7 settembre”. Poi, visto che non ha avuto risposta, Illy ha inviato una email ai produttori per invitarli a essere presenti alla prima convocazione quando per la votazione occorre il 50% più uno dei consorziati. “Chiunque, essendo contrario a questo cambiamento, non si presentasse rischierebbe di permettere questo cambiamento”, sostiene Illy nella email. Ma contrari non sono soltanto i produttori. Anche gli importatori non gradiscono che il Rosso perda la sua purezza. Nicolas Beifrage MW, della Vinexus di Londra, ha lanciato un appello ai produttori. “Vi esorto con la massima forza a non suffragare tale cambiamento. Votate no. Il Rosso di Montalcino, come il Brunello di Montalcino, si è costruito una forte personalità sui mercati internazionali facendo leva sul fatto che è un vino in purezza”, scrive ai produttori. “Credo fermamente che il fattore principale dell’identità del Rosso (e ovviamente del Brunello) sia il fatto che è 100% Sangiovese” e il cambiamento “minerà in maniera fatale la personalità del vino”. Nicolas Beifrage sostiene che “molti di noi temono che un compromesso nei confronti del Rosso possa rappresentare l’apertura di una breccia più grande che potrebbe portare a un altro compromesso, nei riguardi della purezza del grande Brunello”. Sono due le proposte per il cambiamento in votazione il 7 settembre. La prima prevede la possibilità di produrre due tipologie di Rosso. Una con un minimo di 85% di Sangiovese e 15% di uve internazionali e l’altra con Sangiovese in purezza. La seconda proposta prevede la produzione di tre Rossi, Montalcino, Montalcino Sangiovese e Montalcino superiore. La differenza sta, per i primi due nella presenza o meno di uve internazionali fino a un massimo del 15%. Il Superiore, che sarà 100% Sangiovese, avrà maggior estratto secco, minor resa per ettaro, 70 quintali di uva contro gli 80 di tutti gli altri, maggiore grado alcolico e qualche mese di invecchiamento in più. In tutti i casi le differenze tra i villi saranno riportate in etichetta con l’indicazione delle percentuali delle uve.

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