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Italia Oggi

Brunellopoli resta nei wine scandals ...La top ten della rivista The Drink Business... Su dieci scandali legati al mondo dell’enologia, due hanno avuto per teatro l’Italia, Brunellopoli e
metanolo. E per importanza e clamore meritano rispettivamente il secondo e il settimo posto della top ten degli scandali mondiali del vino stilata dalla rivista britannica “THE DRINK BUSINESS”. La vetta è per lo scandalo “Thomas Jefferson”. Nel 1985 una bottiglia di Th. J. Venne ritenuta di proprietà dell’ex presidente americano Thomas Jefferson venne battuta da Christie’s per 105 mila sterline. Ma era un falso. La vicenda del Brunello di Montalcino del 2008 è al secondo posto, mentre al terzo si trova “Red Bicyclette” anno 2010. Il Pinot Nero di Gallo non era in purezza ma conteneva Merlot e Syrah. “L’Affaire Duboeuf” con i bland di vini di basso grado alcolico, scoperto nel 2005, è al quarto posto mentre quinto è il caso austriaco del 1985 quando alcuni produttori utilizzarono l’antigelo per aumentare la dolcezza del vino. Quindi il “nostro” metanolo anno 1986 cui fa seguito la vicenda del Bordeaux del 1800. Alcuni produttori tagliarono i loro vini con i rossi di Algeria, Marocco e Tunisia. Uno scandalo anche per lo Champagne. Nel 1996 la “House of Delacorix” convinse centinaia di persone a comprare annate 1996 e 1997 di champagne Lantz a 30 sterline a bottiglia, con la promessa di rivenderlo nelle aste di Sotheby’s e Christies’s a prezzo concordato e con guadagni almeno del 35%. Legato a questioni di eredità è lo scandalo del 2010 che ha visto protagonista il produttore francese Guy Arnaud. A chiudere la classifica, la Cina dove nel 2010 sono state scoperte in commercio molte più bottiglie della francese Mont Tauch Fitou di quelle importate ufficialmente.

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