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Italia Oggi

La carriera, i gusti e le passioni di Franco Ziliani, presidente della Guido Berlucchi&C ... La mia vita per le bollicine ... Dagli esordi in azienda ai viaggi in Francia per comprare tappi di qualità, ho cambiato destino della Franciacorta ... In ogni suo viaggio acquista pietre, fossili, animaletti in vetro, legno, in pietra. Ne ha una stanza piena, zeppa. “Una serie di oggetti inutili di cui non so che fare”, afferma scherzosamente, “credo che un giorno chiamerò i miei otto nipoti e chiederò loro di far piazza pulita”. Franco Ziliani, presidente della Guido Berlucchi&C spa, ha viaggiato dappertutto. Gli manca solo il Giappone e l’Australia, eppure la città che adora è Milano. Dice che non ha rivali: è attiva, viva, dinamica. Quando va in vacanza, pure se per pochi giorni, le sue destinazioni sono tutte italiane, da Capri all’Elba, anche se un tempo si spingeva fino alla Corsica “perché le bellezze sono tutte nei nostri mari”. Ziliani è un imprenditore vitivinicolo di vecchio stampo e un po’ un padre padrone. Un numero uno che ha avuto un grandissimo successo nella vita e ascolta le idee degli altri, dei figli che lo accompagnano nella conduzione aziendale. Allo stesso tempo è amato e stimato. Tutta la Franciacorta, nel giugno scorso, gli ha tributate un grande omaggio, una serata al Teatro Grande di Brescia, riconoscendogli che seppe cambiare il destino del territorio. Un’area che sembrava dovesse produrre solo vino rosso e che, invece, andando contro tutti, è diventata una specie di paradiso terrestre del metodo champenoise, delle bollicine. Festeggiato con Burt Bacharach, perché lui ama la musica e le voci degli anni 60, da Mina a Sinatra, ha ricevuto l’applauso incondizionato di tutti. “Ma il suo carattere stava per tradirlo”, dice la figlia Cristina, “Ha fatto una tragedia per accettare che tanta festa si facesse il 29 giugno anziché il 21, giorno del suo compleanno”. La storia di Franco Ziliani è zeppa di volontà, di intuizioni geniali, di caparbietà e aneddoti. “Tanti anni fa”, racconta il presidente di Berlucchi, “avevo bisogno di tappi per la tappatura finale delle bottiglie. Allora, quelli di sughero erano ben miseri, inadatti, non sapevo come fare. Una sera rientrando in azienda ne trovai alcuni bellissimi, perfetti per le mie esigenze. Li aveva portati un venditore francese. Chiamai un mio collaboratore e insieme partimmo in auto per la Francia. Era una macchina capiente, ma ne comprai talmente tanti da doverne mettere una parte sul tetto dell’autovettura, tenuti da una serie di corde. A un incrocio dovetti frenare e tutti i tappi finirono in strada. Traffico bloccato, tanta gente che rideva della mia disgrazia e io disperato a raccoglierli uno a uno con l’aiuto di alcuni camionisti. Buttammo i tappi, alla rinfusa, dentro la macchina, in ogni spazio possibile. Allora esistevano ancora le dogane, passammo una notte alla frontiera, e riuscì a farmi credere raccontando la verità e ad avere il via libera per tornare a casa”. Oggi Ziliani possiede la maggioranza assoluta della Guido Berlucchi&C., eppure un tempo, appena diplomato, non possedeva alcuna quota ma solo un gran coraggio e una grande idea. Fu Guido Berlucchi a farlo socio perché Ziliani gli propose di lasciar perdere la produzione di vino bianco e di tentare la spumantizzazione con il metodo champenoise. “In pratica gli suggerii di fare lo champagne, cambiando così il destino della Franciacorta. Da anni Berlucchi e un terzo socio sono mancati e io ho acquisito le loro quote. Oggi fatturiamo 44,4 milioni di euro e per il 2011 prevediamo una crescita del 3%”, racconta. Ziliani è una persona elegante, che indossa sempre in un abito Brioni. Apprezza sopra ogni cosa lo champagne e poi il suo Berlucchi. Possiede un orologio Cartier che gli hanno regalato alcuni amici cileni e in azienda cerca di apprendere ogni cosa dal computer, un Apple che ha acquisto da poco. Ziliani ama la musica e non rinuncia a serate conviviali con gli amici. Ogni lunedì va a cena con loro. “Mangiamo soprattutto pesce, è più leggero”. È certo che il futuro della sua azienda, che produce 5 milioni di bottiglie l’anno, sarà roseo. Ci sono tre figli che lavorano alacremente. Il suo vino è tutto natura e poi, sostiene: “La gente continuerà a bere, soprattutto a bere bene”. Quest’anno si festeggiano i 50 anni della prima etichetta con nome Franciacorta e un vino giovanissimo, fresco, per i giovani, è stato creato con etichetta “61”. Il presidente della Berlucchi nasconde anche un passato da tennista di prim’ordine. A lui interessano solo le bollicine, i 4 figli e gli otto nipoti. “Vanno dai 24 ai 2 anni”, dice con orgoglio.

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