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Italia Oggi

Barilla, consumatori piu consapevoli ... Il cibo di qualità non può essere solamente sicuro e buono ... Il vicepresidente Paolo Barilla spiega l’investimento dell’azienda sul tema dell’ecosostenibilità ... Consapevolezza alimentare, ecosostenibilità, nuovi modelli di agricoltura: possono sembrare argomenti alti ma deboli, nel momento in cui l’accordo di Kyoto è ufficialmente superato e l’Onu ammette che gli stati fanno troppo poco per cambiare l’attuale modello di sviluppo economico. Lo sa Barilla, nei giorni del terzo Forum internazionale sul cibo e la nutrizione, e lo sanno i consumatori a caccia del prezzo sempre più basso, anche a scapito della qualità. La storia potrebbe chiudersi qui, se non che i progetti del gruppo alimentare italiano sono dichiaratamente sul lungo periodo. Perché lo sviluppo fra i consumatori della sensibilità nei confronti del cibo di qualità, non può realizzarsi in una sola notte. “La qualità non è mai ferma. Cinquant’anni fa, bastava che il cibo fosse gratificante, poi che fosse sicuro, quindi buono e solo poi si è cominciato a guardare con più attenzione agli ingredienti dal punto di vista salutista e nutrizionale. Fino ad arrivare a un concetto più esteso di nutrizione e di sostenibilità’, spiega a ItaliaOggi Paolo Barilla, vicepresidente dell’azienda di famiglia, “ora il tema della qualità abbraccia dunque più ambiti e allargandoci così tanto, abbiamo dovuto renderci un network composto di persone competenti, per far evolvere la società nel tempo”. Il riferimento è al Barilla center for food & nutrition (Bcfn), che dal 2009 analizza i grandi temi legati all’alimentazione e alla nutrizione nel mondo, con un approccio multidisciplinare e un advisory board indipendnte, fra i cui membri c’è anche l’economista Mario Monti, oggi presidente del consiglio. Gli argomenti trattati sono di portata globale e internazionale è la vocazione del Bcfn, benché la maggior risonanza del progetto sia in Italia, dove il marchio è di casa. “In Italia abbiamo credito, non ha senso fare uno sforzo simile dove pochi ci ascolterebbero”, dice Barilla, “ma è pur vero che abbiamo iniziato a fare delle “visite” in Francia e negli Stati Uniti”.
La Penisola dunque, data in recessione dal 2012, resta necessariamente il banco di prova e il primo campo in cui l’azienda attua le sue strategie di comunicazione, basate su temi che superano i confini nazionali. Una prospettiva che costringerà le aziende come Barilla, che cercano di offrire modelli virtuosi di consumo, a pazientare e a puntare sui singoli consumatori, che vanno informati e coinvolti costantemente, perché si consolidi una sensibilità verso i temi trattati che li spinga a fare scelte di valore, ragionate, al momento dell’acquisto di un prodotto. Da qui l’importanza di spiegare direttamente sulle confezioni le caratteristiche dei prodotti, con eventi sul territorio e su internet. Sul sito del Bcfn (www.barillacfn.com), per esempio, è possibile scoprire l’impatto ambientale degli alimenti, replicando così un’iniziativa più volte adottata durante gli eventi Barilla sul territorio. E non è detto che in futuro possa essere sviluppata un’applicazione per il cellulare che suggerisca una dieta sostenibile, per sé e per il pianeta, visto che bisogna agire sulle abitudini e sui comportamenti, fin dagli anni della scuola, per rendere i consumatori più consci delle tematiche legate all’alimentazione. Ad ogni modo, sul futuro e lè sfide di domani, Barilla non si nasconde: “Ragionare in termini di sostenibilità sarà più arduo nei prossimi dieci anni”, ma abbandonare il progetto, appena iniziato, non è una soluzione contemplata.

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