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Italia Oggi

L’Amarone fa guerra ai vini pirata ... Vinte 20 delle 40 cause anti falso intentate nei paesi extra Ue ... La difesa dei marchi collettivi della Valpolicella diventa un caso di scuola. Anche per l’Europa … Il successo dell’Amarone nel difendersi dai falsi a livello globale fa scuola in Europa e beneficia l’intero territorio della Valpolicella. E con soddisfazione che Emilio Pedron, presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, anticipa a ItaliaOggi i risultati dell’attività anticontraffazione. Attività che lui stesso aveva individuato come prioritaria del suo nuovo mandato alla guida dell’ente nell’intervista rilasciata al nostro giornale nell’aprile 2011 (si veda ItaliaOggi del 9 aprile 2011). E che è stata portata avanti in stretta collaborazione con la Camera di commercio di Verona Da quando, poco più di tre anni fa, la locale Camcom ha registrato i marchi collettivi Amarone della Valpolicella, Recioto della Valpolicella e Ripasso della Valpolicella in 16 paesi extraeuropei, 20 dei 40 procedimenti giudiziari intentati contro soggetti che stavano immettendo sui mercati falsi vini della Valpolicella si sono conclusi positivamente per i soci del consorzio di tutela. Le contraffazioni riguardano sia i mercati internazionali sia quello italiano e, in primis, toccano l’Amarone. Risultati più che positivi, che saranno oggetto di una case history che sarà presentata durante la conferenza paneuropea della Licensing Executive Society, l’associazione internazionale senza fini di lucro che opera nel campo del diritto d’impresa e della proprietà industriale. E che conta più di 11 mila soci, ripartiti in 32 gruppi nazionali in programma a Roma dal 10 al 12 giugno prossimi. “Risultati oltretutto”, tiene a precisare Pedron, “ottenuti senza aggravio di costi per i soci del consorzio. La Camcom di Verona s’è infatti accollata integralmente il costo della registrazione dei marchi collettivi, che ha superato i 200 mila euro, e ne concede l’uso in forma gratuita agli imbottigliatori che s’impegnano a rispettare un disciplinare. Disciplinare che, per altro, coincide con il nostro”. Il fatto che in molti tentino d’imitare i vini della Valpolicella, per certi versi inorgoglisce Pedron. Perché testimonia il loro elevato apprezzamento a livello globale e giustifica la forte crescita della produzione in particolare d’Amarone, registratasi nell’ultimo decennio: da 3 milioni di bottiglie il vino della Valpolicella ha raggiunto i 12,5 milioni lo scorso anno. Crescita che si è mantenuta a doppia cifra anche in questo periodo di crisi: è stata del 14% rispetto al 2010. “Ciò non toglie”, dice Pedron, “che tutti i tentativi di contraffazione vadano efficacemente contrastati. E se a livello europeo la doc e la docg ci tutelano, al di fuori di quest’ambito senza la registrazione del marchio collettivo eravamo impotenti”. I tentativi d’imitazione dell’Amarone, del Recioto e del Ripasso sono i più vari. Si va dall’impiego indebito dei marchi odi loro storpiature - tipo “amaruno”, “gran marone”, “amapasso”, “di passo” - fatto da imbottigliatori esterni al consorzio alla frode commessa da chi spaccia vini di tutt’altro genere per Amarone, Recioto o Ripasso. “L’impiego indebito dei marchi”, sottolinea Pedron, “è particolarmente frequente nei paesi di cultura anglosassone. E questo si spiega col fatto che nel diritto britannico non esiste la fattispecie del marchio collettivo, ma soltanto quella del marchio individuale. Quindi gli operatori tendono a considerare di pubblico dominio quanto è di proprietà di più soggetti. Non mancano, poi, i casi di produttori poco preparati di paesi distanti come l’Australia, che scambiano la nostra denominazione amarone per un metodo produttivo”. Comunque, il Consorzio tutela vini Valpolicella non è l’unico in Italia ad aver perseguita la via della tutela del marchio collettivo. Già dal 2007 il Consorzio del vino Brunello di Montalcino ha registrato il marchio e in ben 60 paesi al mondo.

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