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Italia Oggi

Rating e vini sempre più global dipendenti ... Standard and Poor’s ha tolto la tripla A alla Francia, il principale produttore di vino al mondo. Una decisione che, ovviamente, ha impatti sull’intera eurozona ma che, abbinata al contestuale downgrade del debito della Repubblica italiana a BBB+, produce un impatto sui grandi mercati del vino mondiale. Il 2012 appena iniziato sarà recessivo per l’Italia. Il Fondo monetario internazionale stima un del pil del 2,2% per il 2012 e di un ulteriore 0,6% nel 2013, significa che il mercato domestico si farà davvero complicato per i produttori di vino sia per le quantità vendibili che per il prezzo medio che potranno spuntare. La necessità di rivolgersi alla domanda in crescita del mercato globale, secondo la Banca Mondiale nel 2012 la crescita della ricchezza a livello di intero pianeta sarà del 2,6%, diventa vitale. Il 2012 dei grandi mercati produttori del vino del Vecchio continente ha già preso una fisionomia quasi definitiva. La domanda interna resterà debole mentre cresceranno le occasioni all’estero. Ma il downgrade di Francia, Spagna ed Italia merita qualche riflessione in più. Si tratta di economie leader del comparto vitivinicolo che hanno sempre meno capacità di restare pienamente competitive nel contesto economico globale contemporaneo. Faticano ad adottare quelle strutturali che servirebbero per agganciare al meglio le opportunità offerte dalla crescita globale e così facendo si condannano anche ad arretrare nella graduatoria del benessere mondiale. Per comparto del vino, poi, il downgrade a livello di rischio paese comporta anche l’innalzamento del premio per il rischio richiesto da chi presta denaro a chi produce. Nel 2012 le imprese vinicole devono essere pronte a pagare uno spread sull’euribor o analogo tasso di mercato maggiorato rispetto al 2011. È un fatto che rende ancora meno sostenibile la situazione di molte aziende perché impatta direttamente sui margini industriali e, di fatto, spinge fuori mercato tutte quelle imprese marginali che già erano a fatica in pareggio o con una redditività del capitale investito prossima allo zero. Il rating ribassato dei paesi produttori si tradurrà in un’ulteriore “pulizia” dei mercati vinicoli domestici, un fenomeno che sarà sicuramente più accentuato in Italia che già ha un rating da serie B e che nel 2012 sconterà una recessione, quindi un cielo economico ben peggiore di quello di Francia e Spagna. Nei prossimi 12 o 18 mesi è assai probabile che prosegua il processo di aggregazione tra le imprese del comparto come sicuramente aumenteranno le procedure esecutive attivate dalle banche mutuatarie per recuperare i prestiti concessi in pieno boom vitivinicolo all’inizio degli anni Duemila a imprese, molte anche di nuova costituzione, che non sono state in grado di conseguire gli obiettivi originali, cioè di trasformare in un business con buoni margini industriali il prestito ricevuto così da poterlo oggi rimborsare con il cashflow generata Molte banche si troveranno ad avere diverse imprese vinicole insolventi da dover gestire. In questo contesto più rapidamente il governo Monti riforma, liberalizza ed elimina le troppe peculiarità italiche rispetto alla globalizzazione meglio è.

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