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Italia Oggi

Contrordine: la terra si raffredda ... Lo dichiarano 16 grandi scienziati sul Wall Street Journal ... Non c’è da allarmarsi per il riscaldamento globale, non ci sono basi scientifiche che giustifichino azioni drastiche per “decarbonizzare” il mondo. Se a convincercene non bastasse il gelo record di questi giorni, a ricordarcelo ci hanno pensato 16 scienziati di rango sul Wall Street Journal, che in un articolo indirizzato ai candidati politici delle democrazie del mondo smontano l’idea che la comunità scientifica sottoscriva all’unanimità o quasi la necessità di fare qualcosa per tentare di influire sul clima. La notizia si aggiunge ai nuovi dati rilasciati in questi giorni dal noto Centro di ricerche sul clima dell’Università dell’East Anglia, secondo cui la temperatura del pianeta da 15 anni a questa parte non è aumentata affatto. L’articolo sul WSJ prende spunto dalle dimissioni nel settembre scorso del Premio Nobel per la fisica, Ivar Giaever, dalla Società americana di fisica (Aps) in segno di protesta per le posizioni assunte dall’istituto. L’Aps, infatti, definisce le prove del riscaldamento globale “incontrovertibili” e foriere di “sconvolgi- menti nei sistemi ecologici, fisici, sociali, di sicurezza e della salute umana”. I 16 firmatari dell’articolo sul WSJ, fra cui l’italiano Antonino Zichichi, segnalano che Giaever è solo uno di un numero crescente di scienziati “eretici”, i quali si attengono ai dati che indicano temperature invariate da oltre dieci anni.
L’articolo ricorda i fattacci dello scontro sul dogma allarmista, dalla campagna che nel 2003 ottenne il licenziamento di Chris de Freitas, il direttore della rivista Climate Research che aveva osato pubblicare un articolo clima-scettico, alle e-mail incriminanti del “Climagate” nel 2009 e al timore di dissentire pubblicamente espresso da molti scienziati giovani e non garantiti. Il quadro che ne emerge dipinge un ambiente intimidatorio paragonabile, secondo l’articolo, al “periodo pauroso in cui Trofim Lysenko aveva dirottato la biologia in Unione sovietica. I biologi sovietici che rivelavano di credere nel gene umano, che Lysenko diceva essere una finzione borghese, venivano licenziati; molti finirono nei gulag e alcuni furono condannati a morte”.
I motivi per le prese di posizione irremovibili a difesa della tesi del riscaldamento globale sono vari, affermano i 16 scienziati, ma per trovarne la radice bisogna chiedersi “cui prodest” (a chi giova, ndr).
“L’allarmismo”, osservano i firmatari dell’articolo sul WSJ, “è di grande beneficio per tanti: produce finanziamenti statali per la ricerca e per le aziende, e fa crescere gli uffici statali. Inoltre offre una buona scusa per aumentare le tasse e un buon pretesto per ottenere grosse donazioni per salvare il pianeta. Lysenko e i suoi vivevano molto bene e difendevano con i denti i loro dogmi con annessi privilegi”. Pochi giorni prima dell’articolo dei 16, l’Università di East Anglia aveva rilasciato i dati raccolti da oltre 30 mila stazioni meteorologiche: essi dimostrano che sono quindici anni che le temperature non aumentano. E se hanno ragione gli scienziati della Nasa, potremmo trovarci alla vigilia di una mini era glaciale, paragonabile al calo delle temperature che nel XVII secolo faceva svolgere le fiere sulla superficie del Tamigi congelato. Com’è noto, è sull’allarme clima che si basa il Protocollo di Kyoto e tutta la regolamentazione che ha trasformato le emissioni di Co2 in un diritto limitato e quotato in borsa, protetto da swap e derivati.

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