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Italia Oggi

La doppia E di Mastroberardino ... Enoturismo ed export per crescere. Dal resort ai calici cinesi ... “Diversificare ormai è la norma. Soprattutto se si vuole crescere in un momento come questo”. E la chiave di lettura di Piero Mastroberardino, professore di economia e gestione delle imprese all’Università di Foggia e presidente di Mastroberardino, pluricentenario produttore di vini rossi e bianchi e ora anche di passiti di alta gamma in Irpinia. Diversificare la produzione, la presenza sui mercati e anche il settore d’affari. Al core business del vino Mastroberardino ha infatti affiancato il Radici Resort, “situato nel cuore di una tenuta di 65 ettari nell’area di produzione del Taurasi docg, impiantata a vigneti e oliveti”. Un resort che abbraccia il ristorante Morabianca, un club dove si tengono degustazioni di vini, l’hotel con suites e junior suite, un campo da golf e la Spa Radici Wellness. Un’area ideata sette anni fa e che ha visto l’ultimo tassello a giugno 2011. “L’enoturismo è una realtà al centro del nostro business a cui vogliamo dare visibilità autonoma, anche a prescindere dal brand”. spiega l’imprenditore. “Certo è che il vino e il nostro nome fanno da traino e questo è un bene, anche se l’intenzione è di ampliare nei prossimi anni la struttura e farla diventare meta anche per chi non è amante del vino”. Il business è ancora giovane e non ancora in grado di competere coi ricavi derivanti dalle viti, “ma a lungo termine darà un grande impulso ai nostri fatturati”. Fatturati che sono in linea con quelli del 2010, chiuso a 13,3 milioni di euro, in crescita del 5% rispetto al 2009. In un 2011 che ha visto 2 milioni e trentacinque mila bottiglie vendute (delle quali 1,900 milioni in Italia e 450 mila all’estero). L’altra scommessa per il 2012 sarà l’export. “Siamo già presenti col nostro marchio in 60 paesi, i mercati principali sono gli Stati Uniti (che pesano il 25% sul fatturato), seguiti dalla Germania (10%), dalla Svizzera, dal Giappone e dal Canada (ciascuno col 7%)”. L’obiettivo 2012 è la Cina “che vogliamo presidiare lavorando per zone con la presenza diretta di nostri operatori e con più distributori”. Non più dunque un unico distributore nazionale, ma più interlocutori e più iniziative promozionali, guardando in particolare al segmento della ristorazione. Un progetto che non teme l’agro-pirateria, “è difficile una mistificazione su prodotti come i nostri, visto l’alto posizionamento dei nostri vini”. E che crede in quel mercato: “Al di là della forza numerica è un mercato in cui i consumatori stanno imparando a distinguere tra un primo prezzo e prodotti premium e dove la classe alta orienta i consumi, con una forte propensione all’ostentazione, alle griffe internazionali, all’identificazione con il brand”. La diversificazione coinvolge poi anche i prodotti. “E in ampliamento la gamma dei rossi, con una crescente attenzione al Taurasi docg, nelle sue declinazioni Radici, Radici Riserva e Naturalis Historia, presenti anche in verticale in diverse annate”. Così come la gamma dei passiti. Le novità sono “un passito tradizionale da uve Aglianico, denominato Halconero Irpinia Aglianico passito doc, con un contenuto residuo zuccherino, da destinare ad abbinamenti con formaggi stagionati, brasati e simili e Antheres Irpinia Aglianico passito doc, un passito da muffa nobile da uve Aglianico”.

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