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Italia Oggi

Rotta su Hong Kong ... Suckling: raccontate il vino ai cinesi ... “Non c’è posto sulla Terra come Firenze. Il mondo deve venire a Firenze a celebrare il meglio della Toscana, il vino ma anche il cibo, l’arte, la cultura, la storia”. E la “semplice idea” che ha spinto James Suckling a organizzare, per il secondo, anno Divino Tuscany, quattro giorni di eventi che si terranno a Firenze a maggio dedicati ai grandi vini toscani. James Suckling, una delle voci più autorevoli dell’enologia mondiale e per quasi trent’anni firma più prestigiosa e capo dell’ufficio europeo di Wine Spectator, è impegnato a Cuba nelle riprese di un video sul sigaro che sarà presentato proprio in occasione di Divino Tuscany. Per telefono racconta a ItaliaOggi la propria idea sul vino italiano e su quello toscano in particolare.
“E un buon momento per i vini italiani. I vini italiani piacciono e il mercato mondiale è migliore che non per i vini francesi. Il made in Italy va molto bene negli Stati Uniti e in Russia. C’è molto potenziale sui mercati conquistati e su quelli nuovi, come gli asiatici”. Ma c’è un problema da risolvere. “Ad Hong Kong, porta d’accesso per il vino in Asia e Cina, ogni giorno si vedono produttori francesi ma non quelli italiani. Gli italiani non ci sono quasi mai quando invece per i cinesi è importante vedere le persone, parlarci. In Asia c’è un potenziale molto alto per il vino italiano ma i produttori devono fare di più, devono andare in Cina, come in Russia, devono presentarsi, farsi conoscere di persona”. A parziale giustificazione del comportamento dei
wine-maker italiani c’è il fatto di essere piccoli. E anche da Suckling arriva l’invito a trovare forme di collaborazione. “È vero, essere piccoli è un svantaggio. Da soli non si hanno i soldi, le risorse finanziarie e il potenziale per fare promozione, viaggi. Ma è un problema anche cli distribuzione. In Asia è molte caro distribuire il vino. Per i piccoli vendere sui mercati asiatici può essere un problema”. Divino Tuscany sarà una vetrina internazionale per i vini toscani. Ma sarà anche il biglietto da visita per il vino di tutto il Paese. “I vini toscani sono l’esempio dei vini qualità in generale. Quando uno straniero beve un vino toscano pensa alla storia, alla cultura, all’arte di Firenze e della Toscana ma anche dell’Italia. Negli ultimi trent’anni i produttori toscani hanno fatto progressi notevoli, è difficile pensare a un’altra regione nel mondo dove si producano vini rossi così emozionanti e diversi. Hanno fatto tanto e hanno ancora tanto potenziale da esprimere”. La diversità è proprio il punto di forza più importante dei vini toscani ma anche di quelli italiani. “Gli stranieri cercano vini veri, vini italici, il Sangiovese, l’Aglianico, il Nero d’Avola. Qualcosa di differente dai Cabernet che si trovano in tutti i vini di tutto il mondo. Barolo, Brunello, Barbaresco, sono unici, sono soltanto in Italia. Anche ai cinesi piacciono i vini autentici, che non si trovano in altre zone”. Divino Tuscany, organizzato in collaborazione con Img Artists, sarà la vetrina di 50 aziende vitivinicole toscane al top e si terrà dal 17 al 20 maggio.

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