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Italia Oggi

Borsa ai minimi da tre anni: le azioni del vino come scudo alla crisi greca … Piazza Affari è ai minimi da tre anni. Il trend ribassista Europeo innescato dalla crisi greca e dalla speculazione internazionale contro la tenuta dell’euro, palesemente certificata dai tre miliardi di dollari di perdite dichiarate dalla banca americana J.R Morgan per operazioni con contratti derivati finalizzate a guadagnare da un ribasso dei titoli di stato dei paesi deboli della moneta unica, ha scaricato sulle borse del vecchio continente una tensione nelle quotazioni che non si osservava dai tempi del crack di Lehman Brothers. Un ribasso che ha caratterizzato praticamente tutti i settori. questo contesto tornano di attualità, per finalità difensive dell’investimento, le azioni del vino, una effettiva opzione a disposizione dei risparmiatori. Le azioni delle imprese del vino quotato in borsa sono, infatti, dei titoli considerati difensivi, cioè capaci di resistere meglio durante una fase ribassista degli indici e quindi meritevoli di una valutazione ad hoc da parte degli investitori. In questo contesto agli investitori è consigliato di selezionare titoli con una capacità difensiva peculiare: quelli con un indice beta, che misura il grado di reazione di una singola azione al movimento dell’intero mercato, inferiore ad 1. Le azioni con un beta pari ad 1, infatti, seguono pedissequamente l’andamento dell’indice di borsa, mentre quelle con un beta maggiore di 1 più dell’indice nelle fasi rialziste e perdono di più in quelle ribassiste. Inversamente le azioni con un beta inferiore all’unità registrano guadagni più contenuti nelle fasi euforiche ma rendono più dell’indice in quelle negative. I titoli del vino quotati in borsa hanno proprio un beta inferiore ad 1, sono quindi delle azioni consigliabili per le fasi ribassiste dei listini, perché proteggono gli investitori meglio di altre possibili scelte. Qualche dato? L’americana Constellation Brands è l’unica impresa del vino con un Beta di fatto analogo a quello del mercato e pari ad 1,04, tutti gli altri valori sono ampiamente sotto l’unità. La cilena Vina Concha y Toro ha un Beta di 0,67, la britannica Diageo di 0,77, le francesi Laurent Perrier e Pernord Ricard, rispettivamente, di 0,71 e di 0,85 e l’italiana Campari, la migliore tra tutte da questa prospettiva di valutazione, addirittura con un Beta di appena 0,44. Tutte azioni difensive per chi vuole battere il mercato in questa congiuntura ribassista e molto volatile. Come? Inserendole, ad esempio, in portafogli molto difensivi composti soprattutto di cash e di obbligazioni oppure utilizzandole per sostituire in portafoglio titoli più esposti al rischio di ribasso dato il loro Beta, per quegli investitori che vogliono comunque conservare una esposizione sull’azionario. Una sostituzione di portafoglio tra titoli con Beta superiore all’unità perché espressivi di aziende attive in settori produttivi più esposti al ciclo economico, con azioni del vino. O anche inserendoli in un paniere di asser tutte con Beta molto basso, così da sfruttare al meglio le potenzialità di queste azioni durante una fase ribassista, anche in termini di correlazioni che legano l’andamento dei titoli tra loro. Quello che è certo è che il Beta specifico, quindi la rischiosità tipica del comparto, nel caso del vino favorisce la elaborazione di strategie originali proprio in questa fase di prolungata turbolenza al ribasso dei mercati.

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