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Italia Oggi

Gli alberi alleati dell’agricoltura ... I costi sono un ostacolo: per 23 ettari spesi 42 mila euro ... In Francia prende sempre più piede l’agroforestazione, un’alternativa alle coltivazioni intensive ... Si chiama agroforestazione ed è la convivenza di alberi e piantagioni agricole. Si sta sviluppando molto in Francia, che negli ultimi anni ha deciso di valorizzarla. Una pratica che, finita per un lungo periodo in letargo, è tornata prepotentemente in scena: ogni anno, Oltralpe, 3 mila ettari di terreno vengono destinati a questo scopo. In Francia ci credono seriamente. Secondo Christian Dupraz, ricercatore all’Istituto nazionale agronomico di Montpellier, è indispensabile orientarsi vero sistemi agro-ecologici che non dipendano più dalla petrolchimica. La fertilità dei suoli viene dalle foreste, che hanno arricchito il suolo di carbone. Ecco perché piantare alberi può sostituire i fertilizzanti chimici. Lo scienziato evidenzia i vantaggi di questa tecnica agricola, sia sul piano economico, sia su quello ambientale. Grazie a una dimensione regolare e allo spazio loro garantito, gli alberi crescono tre volte più velocemente. Per le colture l’impatto del riscaldamento climatico è mitigato dall’ombra, che ritarda l’evaporazione. Ma le colture sono anche protette da una nuova biodiversità: grazie alle piante, gli uccelli tornano a combattere gli insetti dannosi, e ciò potrà limitare il ricorso a sostanze chimiche. Inoltre le radici degli alberi, che frenano l’erosione del suolo, fanno da filtro naturale che riduce la penetrazione degli inquinanti nel sottosuolo e nelle nappe freatiche.
Fabien Liagre, presidente dell’ufficio studi Agroof, ricorda che questo sistema di sfruttamento, che mette insieme agricoltura e forestazione, è una pratica antica, che la ricerca ora ha recuperato. Per esempio, nel diciannovesimo secolo, nel bosco di Perche era normale vedere i meli crescere nei prati. I coltivatori si rendono conto del progressivo impoverimento dei terreni, che porta con sé un calo della produzione. Proprio gli alberi sono un buon mezzo per rigenerare la terra. Tra gli esempi attuali di agroforestazione spicca quello di Villarceaux, a Chaussy, nella regione dell’Ile-de-France. Dieci anni fa Olivier Ranke e i suoi collaboratori hanno cominciato a ripiantare siepi laddove esisteva soltanto la coltura intensiva. Poi, nel 2011, il lancio di un ambizioso progetto nel nord della Francia: su 23 ettari di coltura sono sorti più di 600 alberi di varie specie. I promotori di questi interventi contano sul fatto che la Francia riconosca la professione di addetto all’agroforestazione, con il lancio di iniziative in ogni regione del paese. Nulla, però, può essere lasciato al caso e occorre seguire metodologie precise. Per esempio, su ogni linea, 10 metri separano gli alberi per evitare la concorrenza. Inoltre 50 metri dividono ogni linea di piante per consentire il passaggio delle macchine agricole. A frenare lo sviluppo su larga scala sono i costi: oltre agli alberi da acquistare, bisogna mettere in conto la loro protezione, fatta di apposite reti per proteggerli da animali selvatici e mandrie di bovini. A Villarceaux hanno speso 42 mila euro, sovvenzionati per metà con fondi pubblici. Così gli occhi sono puntati a Bruxelles, affinché apra il portafogli con la nuova politica agricola comune che entrerà in vigore dal 2014.

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