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Allegrini 2024

Italia Oggi

La valle dei dissidi ... Valpolicella in subbuglio per i vini ... Consorzio, Famiglie e Indipendenti divisi sulle regole ... “Produrre Amarone in collina non è certo lo stesso che farlo in pianura. Basta andare adesso nelle vigne per rendersi conto che quelle in piano sono tutte allagate. Bisognerebbe valorizzarla la denominazione e non andarla a svilire”. La polemica tra Consorzio Valpolicella e Famiglie d’Arte non si placa, ma si prende una pausa. Marilisa Allegrini, presidente dell’associazione che riunisce le famiglie storiche della Valpolicella che hanno sollevatola questione sulla zona di produzione, dice di voler aspettare ancora un po’ di passare a soluzioni drastiche. “Ci sarà un’altra assemblea dei soci, poi una adunanza pubblica. Se non si riuscirà a trovare un accordo, allora prenderemo una decisione che sarà coerente con il nostro pensiero”. La vicenda è legata alla modifica del disciplinare, il comma 2 articolo 4, chiesta dal Consorzio e che, come precisa il presidente Christian Marchesini, “non prevede alcun ampliamento dell’attuale zona di produzione”. Secondo il Consorzio, dal momento che l’Amarone si è sempre prodotto in pianura che in Valpolicella arriva fino a 300 metri, con le modifiche non cambierà niente in quanto si tratta di un adattamento di un disciplinare non più conforme alle norme. “Adesso speriamo che si apra la fase di dialogo, che si apra un confronto. Noi in assemblea abbiamo le mani legate dal momento che gli altri hanno molti più voti di noi. Di positivo c’è che il fronte si sta aprendo, ci sono altri attori nella partita e non solo le Famiglie. Spero che la ragionevolezza porti a veder la realtà dei fatti ovvero che pianura e collina non sono la stessa cosa”, continua la presidente Allegrini. Tra gli altri attori entrati nel dibattito ci sono i Vignaioli Indipendenti. Che parlano di qualità. E di rappresentatività dei piccoli produttori. “Sollevare la questione è riportare la logica della produzione in termini di viticoltura e non dei soli numeri”, commenta il presidente della federazione, Alessandro Castellani. Una logica dei grandi numeri che pesa stilla produzione e che fa arrivare a scelta come quella di declassare l’Amarone. “Ci sono troppe giacenze e il Consorzio ha deciso il declassamento d’ufficio del 15% dell’Amarone a Ripasso. Sono logiche che non ci piacciono”. E poi c’è la questione rappresentatività. “Abbiamo chiesto di riaprire il dialogo e dare spazio anche ai piccoli produttori. C’è un problema di rappresentanza dato dalle deleghe, problema che riguarda tutta Italia. Noi chiediamo che anche i soci delle cooperative partecipino e votino con le loro teste e non lascino tutto in mano agli altri attraverso la delega”. Complessivamente nella zona della Valpolicella operano 2.245 aziende e generano un valore di circa 350 milioni di euro.

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