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Italia Oggi

I professionisti della vendemmia ... Come sarà la vendemmia? La domanda, in un’annata così variabile sotto il profilo meteorologico, è d’obbligo, tanto più se la si pone al congresso di Assoenologi, ad Alba, dove sono radunate le migliori professionalità dell’Italia del vino. E proprio perché si tratta di professionisti la risposta è interlocutoria: “Fare previsioni oggi è un esercizio che lasciamo a chi vuol far colpo sui media, la situazione è in piena evoluzione, bisogna aspettare la fine di agosto per dire qualcosa di serio”, commenta il direttore dell’associazione, Giuseppe Martelli. Quel che c’è di certo sono le rilevazioni elaborate da Luigi Mariani, Gabriele Cola e Simone Parisi dell’Università di Milano sull’andamento meteo tra aprile-giugno, nel report che ogni tre mesi elaborano per Assoenologi. Secondo il documento gli aspetti più salienti riguardanti il vigneto sono stati: per il Centro-Nord un’anomalia termica negativa, con conseguente ritardo fenologico di una o due settimane e piovosità abbondante, più sensibile sul Settentrione; per il Meridione e la Sardegna situazione e limitazioni termiche nella norma, con scarsa piovosito e riserve idriche prossime all’esaurimento su area ionica e Sardegna di Sud-Est. Complessivamente si sono riscontrate un’ondata di caldo nella seconda decade di aprile e un prolungato periodo freddo tra la seconda decade di maggio e la prima di giugno. Il seguito è ancora da scrivere, ma su questi dati si può fare una considerazione: nonostante il riscaldamento globale l’Italia non si sta trasformando in un deserto, le vigne non seccano e la geografia enologica non è cambiata più di tanto, come al contrario sostenevano alcuni studi di qualche anno fa. Anche perché l’aumento delle precipitazioni nel Nord Europa favorevole alle malattie crittogamiche, ha reso sconsigliabile la migrazione delle colture viticole in quell’area. “È vero che i vitigni a maturazione più precoce, come il Merlot, soffrono notevolmente il riscaldamento del clima”, dice il presidente Assoenologi, Riccardo Cotarella, ma l’importante è studiare il fenomeno per poi avvalersi della tecnologia: “Solo così potremo trame vantaggio. Con la ricerca scientifica, la sperimentazione e il coraggio di modificare il necessario, senza tradire le proprie radici”.

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