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Italia Oggi

Farinetti ribatte ai sindacalisti ... A Bari lo attaccano perché ha assunto 160 ragazzi interinali: “Ho una licenza di 6 mesi. E pensare che creo posti di lavoro solo con i miei soldi”... È un fiume in piena Oscar Farinetti, da uomo di sinistra proprio non gli va di essere paragonato ad un padrone delle ferriere, che calpesta i diritti dei lavoratori, sfruttandoli e non assumendoli direttamente. Ma intanto i sindacati del settore commercio hanno ingaggiato una guerra santa contro l’inventore di una formula,. di un marchio che, partito da Torino, promuove nel mondo ciò che di bello e buono l’Italia produce nel settore dell’agroalimentare. Parliamo di Eataly che una quindicina di giorni fa ha aperto il suo unico “store” meridionale nella Fiera del Levante, a Bari, ed è stato subito un boom.
Domanda. Farinetti, lei è accusato di aver esagerato con le assunzioni interinali: 160 ragazzi su 173 lavoratori, nonostante la legge Biagi stabilisca che in un’azienda di oltre 50 dipendenti non si possa superare la proporzione dell’8%. Come replica a Cgil, Cigl e Uil? Risposta. Perché vogliono creare problemi a tutti i costi? Non sanno che la licenza di Eataly è valida solo per sei mesi? In queste condizioni mi era impossibile assumere a tempo indeterminato, con il pericolo di essere poi costretto a licenziare. I ragazzi arrivati a Eataly hanno avuto buoni contratti, buoni stipendi, nessuno lavora in nero. Appena si regolarizzerà la situazione della licenza - avrei anche potuto adire le vie legali in proposito - saranno tutti assunti direttamente, a tempo indeterminato e a tempo determinato; questi ultimi, se dimostreranno di saper lavorare bene, passeranno poi a tempo indeterminato.

D. Forse i sindacati non si fidano?

R. Non capisco perché stiano creando enormi problemi. Ovunque in Italia c’è disoccupazione, in particolare quella giovanile soprattutto nel Mezzogiorno, poi arriva in Puglia un imprenditore che investe 15 milioni di tasca propria, senza contributo pubblico, e che per mettere in piedi l’impresa utilizza solo aziende del territorio - dall’elettricista al muratore. Sperava di poter avere una licenza permanente e invece gli si fa la guerra, con carta bollata, con ben tre lettere di denuncia inviate ai giornali. Ma ciò nonostante continuo a coltivare la speranza che li, alla Fiera, si possa creare un bellissimo centro commerciale, dove si possano organizzare eventi, iniziative. Già oggi, a pochi giorni dall’inaugurazione di Eataly, va tutto bene: ogni sera facciamo 2000 coperti, i ristoranti della zona sono sempre pieni, persino gli ambulanti di fronte all’ingresso hanno incrementato le vendite. Non capisco proprio i sindacati, ma voglio guardarli negli occhi quando li incontrerò a Torino, il 25 o 26 agosto, oppure l’1 o 2 settembre. Non posso accettare da loro l’accusa di aver messo in piedi un santuario dell’illegalità.

D. Forse c’è il timore che alle promesse non seguano i fatti? Il Mezzogiorno, se così si può dire, è “scottato”.

R. È pazzesco che si pensi questo, come si fa a lavorare in Italia in queste condizioni? Siamo a livello di terzo mondo, ma io non mollo. Sono più di sinistra di loro perché ho davvero a cuore la sorte di questi ragazzi, di questi lavoratori che voglio assumere direttamente, ma potrò farlo solo se mi confermeranno la licenza”.

D. Lei ha detto di aver innescato un circuito virtuoso con le aziende locali sin dalla realizzazione di Eataly a Bari: con una battuta, ha utilizzato solo quelle a chilometri zero. In particolare, quante sono le aziende che riforniscono i suoi scaffali?
R. Sono 283, di tutto il Mezzogiorno. Nella Fiera arrivano prodotti della Campania, della Basilicata, del basso Mouse, ovviamente della Puglia e tutto sta funzionando bene, sono molto apprezzati”.

(Dal Corriere del Mezzogiorno)

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