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Italia Oggi

Il vino libero Ikea ... Nei mobilifici dodici produttori ... Ikea brinda col vino italiano e il colosso svedese che identifica la libertà nell’arredare propone ai suoi clienti le etichette di “Vino Libero”, l’associazione di cui è capofila Fontanafredda, impegnata a realizzare prodotti senza materie inquinanti e minimi contenuti di solfiti. Così i due marchi offrono ai frequentatori del più grande mobilificio del mondo la possibilità di degustare i prodotti della nostra enologia sostenibile spillati sul posto, oppure acquistarli per la tavola di casa. Le dimensioni dell’operazione si possono immaginare calcolando che nei 20 ristoranti, bar e bistrot dei negozi italiani Ikea passanol6 milioni di clienti all’anno e che ogni bicchiere di vino è venduto a 90 cent. Ma l’accordo dà anche un importante segnale ai vitivinicoltori, indicando come biodiversità e benessere stiano sempre più orientando le scelte del pubblico e delle aziende avanzate, come Ikea. Scelte che “Vino Libero” garantisce applicando gli standard produttivi del codice di condotta IkeaWay, a cui i fornitori si devono adeguare e che vengono rigorosamente verificati. Insomma, un bel di squadra in favore dei consumatori, ma anche del vino made in Italy. “Sosteniamo da anni le imprese agricole che lavorano con processi di salvaguardia ambientale la collaborazione con o Libero è perfetta in questa nostra azione”, spiega Dino Maldera, country Ikea food manager per l’Italia. E Andrea Macchione, Ceo di Fontanafredda, che ha firmato l’accordo per le 12 aziende di “Vino Libero” (Fontanafredda, Casa di Mirafiore, Borgogno, Agricola Brandini, San Romano, Monte Rossa, Serafini&Vidotto, Le Vigne di Zamò, Certosa di Belriguardo, Fulvia Tombolini, Masseria San Magno, Calatrasi&Micchichè, per un potenziale di un milione di bottiglie) commenta: “Stiamo cercando, mettendo qualità e buone pratiche di campagna alla portata di tutti, di intraprendere nel vino la stessa strada percorsa con successo da Ikea nell’arredamento”. Intanto a Fontanafredda si lavora ad altri accordi top secret, uno pare riguardi il mondo dei musei.

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