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Italia Oggi

Vino, l’estero brinda italiano ... Le certificazioni geografiche Igp e Dop spingono le vendite ... Il vino italiano piace sempre più all’estero e le certificazioni geografiche danno più slancio alle vendite oltreconfine. Un’azienda vitivinicola su due guarda ai mercati stranieri per sostenere il business e il 2014 si è chiuso con un +1,4% di fatturato, pari a 5,1 miliardi di euro, secondo elaborazioni Ismea su dati Istat relativi all’anno scorso confrontato col 2013. A volume, le esportazioni hanno riguardato 20,4 milioni di ettolitri, su dell’l%. Presidiare l’estero è comunque una tradizione dato che nell’ultimo decennio l’export dei vini italiani ha visto un +88%, trainato dall’incremento delle esportazioni degli spumanti (+263%) e da un allargamento delle vendite verso i mercati extra-Ue, spiega Denis Pantini, direttore Area agricoltura e Industria alimentare di Nomisma in un intervento con l’analista finanziario di Winemonitor Paolo Bono nella newsletter della società di ricerca.
Il 2014, però, è stato un anno difficile per la produzione tricolore a causa della concorrenza spagnola (22,6 mln di ettolitri esportati, +22%) che ha beneficiato di un’abbondante vendemmia e ha conquistato il primo posto tra i fornitori mondiali di vino. Peccato, però, che il boom delle spedizioni iberiche abbia determinato, come contropartita, una contrazione
dei ricavi (-5%). Mentre, dal suo
secondo posto nella classifica a volume, l’Italia è stata l’unica nazione delle prime
tre ad aumentare il giro d’affari. Chiude la Francia (-1%
volume e a valore). A spingere le esportazioni tricolore nel 2014, come negli ultimi dieci anni, si confermano gli spumanti, in crescita di oltre il 14% a valore e, in particolare, il prosecco (+28%). Ma tra le bottiglie più comprate l’anno scorso, secondo Ismea, ci sono anche i vini Igp (Indicazione geografica protetta) a +4% e quelli Dop fermi (Denominazione di origine protetta) a + 1% (esclusi spumanti e frizzanti). Cedono invece i vini comuni
giù del 23% (complice anche
il posizionamento concorrenziale spagnolo) e quelli sfusi
di quasi il 18%. Comunque,
allargando la visuale agli
ultimi dieci anni, il tasso di
export italiano ha sorpassato quello dei competitor stranieri dato che «il commercio
internazionale è aumentato di quasi il 75%, passando da 15 a 26 miliardi di euro, sottolinea Pantini di Nomisma che ha condotto di un’analisi su un campione di 46 imprese vitivinicole (cooperative escluse)
per un fatturato cumulato di
più di 2 miliardi di euro.
Ma chi compra i vini italiani? Con una domanda di oltre il 20% della nostra produzione vitivinicola, al primo posto ci sono gli Stati Uniti che sono cresciuti del 4,4% a valore. Seguono Germania tra i clienti più fidelizzati ma l’anno scorso in calo del 4,4% e il Regno Unito al +6%.

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