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Italia Oggi

Sciogliere i lacci al vino.
Analisi a campione sulle Doc. Etichette semplici ... Con un solo registro unico le aziende vitivinicole comunicheranno tutta la movimentazione disponibile di vino al Sian, sistema informativo agricolo nazionale, che diventa, di fatto, il braccio operativo delle imprese. Analisi organolettiche e controlli analitici razzionalizzati per le Doc, con possibilità di farle a campione entro certe soglie di produzione; etichettatura più semplice e in linea con le disposizioni europee; possibilità per i consorzi Igt di utilizzare meccanismi non vincolanti di tracciabilità come Qr code o banda magnetica. Sono alcune delle novità contenute nel testo unico sul vino, il cui esame è iniziato ieri in commissione agricoltura della camera. 85 articoli che riuniscono e semplificano una serie di strumenti normativi del settore tra cui le leggi n. 82/2006 e 61/2010 e le circolari ministeriali. Secondo quanto spiegato a ItaliaOggi da Massimo Fiorio, vicepresidente della Commagri di Montecitorio e relatore del testo, nel giro di un mese e mezzo il testo finale dovrebbe essere approvato in aula alla camera, ma considerata la complessità tecnica, si propenderà per l’approvazione in commissione deliberante. La bozza sarà presentata al Vinitaly dal ministro alle politiche agricole, Maurizio Martina. Il testo resta comunque aperto al contributo e alle istanze dei territori. Il provvedimento è innovativo in quanto, prendendo esempio dagli strumenti normativi Comunitari, si è preferita la via degli allegati a quella dei decreti attuativi ministeriali, in modo da poterli modificare, più rapidamente, con pareri parlamentari ad hoc da parte delle commissioni competenti. A livello normativo vengono introdotte modifiche
e snellimenti burocratici su commercializzazione, denominazioni di origine, indicazioni geografiche, menzioni tradizionali, gestione, controlli e sistema sanzionatorio dei prodotti vitivinicoli. Potrà definirsi autoctono italiano o italico, il vitigno di cui è dimostrata l’origine esclusiva in Italia e la’ cui presenza sarà rilevata in aree geografiche delimitate del territorio nazionale, secondo la definizione più stringente data ai vini autoctoni. Sarà inoltre consentito che più Docg e Dcc facciano riferimento allo stesso nome geografico, anche per contraddistinguere vini diversi, purché le zone di produzione degli stessi comprendano il territorio definito con il nome geografico. E lo stesso sarà anche per gli Igt. Queste ultime, inoltre, potranno volontariamente scegliere
di utilizzare meccanismi di
tracciabilità, al pari delle Doc, sfruttando bande magnetiche e Qr Code. Previsto un allineamento ai principi europei per quanto riguarda le chiusure e, in caso di violazioni sanabili e punite
con sanzione amministrativa pecuniaria, la possibilità di beneficiare della diffida, già disciplinata nel decreto Campolibero, del ravvedimento operoso e del pagamento in misura ridotta del 30%, quando effettuato entro 5 giorni dalla contestazione.

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