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Italia Oggi

La Russia beve più vino
In calo il mercato degli alcolici, vodka inclusa … Nell’anno del crollo dei consumi e del pieno
effetto delle sanzioni, in Russia il
settore del vino (non colpito dall’embargo dettato da Vladimir Putin) è decisamente in controtendenza. Secondo le stime del Centro di ricerca federale sul mercato degli alcolici “Tsifrra” (sulla base dei dati Rosstat e Fcs) nel 2015 i russi hanno bevuto 590 milioni di litri di vino, per una crescita annua del 3%. Un segno più in mezzo alla valanga di meno che caratterizza il mercato degli alcolici:
spumanti giù del 7% a 245 milioni di litri, cognac in calo del 5% a 110 milioni di litri e il prodotto simbolo della Russia, la vodka, che continua la sua discesa e nell’anno appena concluso ha fatto registrare una contrazione dei consumi del 7,5% toccando quota 865 milioni di litri.
Gli operatori del settore contestano il rialzo delle accise imposte dal governo guidato da Dmitri Medvedev, più alte per i prodotti di importazione. Una mediazione rispetto alla proposta del ministro dell’agricoltura Alexander Tkachev, che avrebbe voluto vietare l’importazione di vino straniero. E dall’Italia c’è chi continua a scommettere e a investire per penetrare nel mercato russo. E il caso del gruppo cooperativo Cevico che, durante l’assemblea di bilancio 2015, ha presentato i numeri della sua crescita in Russia: 15.000 ettolitri divino venduti e oltre 2 milioni di euro commercializzati. Nel secondo semestre 2015 il gruppo presieduto da Ruenza Santandrea ha chiuso un accordo con X5 Retail Group (il secondo retailer russo per fatturato) che gestisce le catene Perekrestok, Pyaterochka, Karusel e ha acquisito di recente una rete di 26 punti vendita della catena Spar: così i 7 vini inseriti da Cevico (sia in tetrapak che in bottiglia) andranno sul mercato russo senza intermediari. Per Cevico, che ha chiuso il bilancio con un fatturato di 131,2 milioni di euro (più 3%), l’export vale oltre 31 milioni e nell’imbottigliato ha registrato un incremento del 50%. Oltre alla Russia, il gruppo cooperativo punta sul far east: nel 2015 a Xiamen in Cina è stato inaugurato il quinto wine bara marchio “Tot i de”, che affianca i due del Giappone (Tokyo e Hiroshima) e gli altrettanti in Corea (due a Seni).

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