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Italia Oggi

La genetica per una lunga vite ... Creare viti resistenti alle malattie per ridurre i trattamenti chimici con nuove tecniche genetiche, le stesse studiate per combattere i tumori nell’uomo. E l’obiettivo che si è dato il Crea Vit - Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano che nei giorni scorsi ha organizzato anche un convegno per presentare al ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, lo stato degli studi e le necessità della nuova agricoltura. “Dobbiamo agire in fretta per non sommare ritardo ad altro ritardo che l’Italia giù paga in questo settore”, spiega a ItaliaOggi il diretto del Crea Vit, Diego Tomasi. “La tecnica tradizionale, come fanno in Francia, in Germania e anche in Italia all’Università di Udine, prevede l’incrocio tra due varietà, una nota e una resistente a malattie come la peronospera o l’oidio e si ottiene una nuova varietà che ha, sì, un grosso patrimonio genetico e caratteristiche simili a quella di partenza, ma non è in toto vitis vinifera. E poi è una strada che richiede minimo 15 anni cli lavoro”. L’altra tecnica studiata dal Crea Vit si basa sul genome editing. “Questo ci consente di conservare il patrimonio della vitis vinifera introducendo geni della resistenza alle malattie. Un modo di operare celere, mirato, che lascia intatti i valori di partenza. Ovvero avremo sempre Cabernet e Chardonnay, ma resistenti. Nel primo caso, invece, avremo vitigni simili ma non uguali”. Una tecnica questa che però si scontra con le leggi europee e italiane sugli ogm. “La Ue considera ogm, e quindi vieta, l’utilizzo di tecniche di miglioramento delle piante. Anche se in questo caso non faccio una forzatura genica, io resto sempre nell’ambito di specie sessualmente combinabili. Faccio in tempi più rapidi quello che avviene in natura e che ci impiega secoli. In questi anni sono state individuate varietà che hanno i geni della resistenza e che quindi possono essere
trasferiti in un’altra pianta”.
La questione è stata posta al
ministro Martina. “Ha dato la
propria disponibilità a prendere in considerazione
questo percorso e
ha espresso che
farà richiesta
alla Ue per rivedere la legislazione”. Inoltre, il ministro
ha anche
detto, continua Tomasi,
“che si attiverà
per far sì che in
Italia si possano
coltivare in campo aperto queste
sperimentazioni, mentre oggi è vietato”. La tecnica del
miglioramento genetico si
può applicare anche ad altre
coltivazioni e diventa una
necessità impellente anche a
causa dei cambiamenti climatici in atto “Il ministro Martina ha detto
che sosterrà queste
tecniche, anche con
finanziamenti. Si
potranno utilizzare
non solo per la vite
ma anche per il pomodoro, il melo, il
la melanzana, e una decina di colture tipicamente
italiane con l’obiettivo di ridurre i trattamenti”.

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