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Russia, in arrivo il vino del Patriarca: la Chiesa ortodossa compra oltre 770 ettari di vigneti a Krasnodar, sul Mar Nero ... Se la dispensa di Papa Francesco è quotidianamente rifornita dei prodotti che arrivano dagli orti e dagli allevamenti presenti nelle ville pontificie di Castel Gandolfo, in Russia il Patriarca Kiri11 non vuole essere da meno e ha pensato bene di investire in una cantina e così avrà il suo vino. Un vino che verrà utilizzato nelle celebrazioni religiose ma che, come riporta l’agenzia Rbc, potrebbe anche venire commercializzato. Per fare il vino del Patriarca la Chiesa ortodossa russa ha costituito la società Mezyb che ha rilevato oltre 70 ettari di terreno sulle coste del Mar Nero, vicino a Krasnodar, accanto alla residenza estiva della guida ortodossa. La società si occuperà dell’intero processo: dalla coltivazione dei vigneti all’imbottigliamento, fino alla distribuzione del vino. Le prime bottiglie dovrebbero essere già pronte per l’anno prossimo, ma serviranno circa cinque

anni perché la produzione possa entrare a regime. La costruzione della residenza estiva del Patriarca è iniziata nel 2005, dopo l’acquisto di un primo lotto di circa 12 ettari. A questo terreno, però, se n’è via via aggiunto dell’altro, tanto che oggi i possedimenti della Chiesa ortodossa nella regione di Krasnodar sono di circa 83 ettari. Ci sono appezzamenti dati in affitto a coltivatori e altri

gestiti direttamente. La cantina di Kirill sorge in una delle migliori zone vinicole della Russia e, come spiega Vadim Drobiz, direttore del Centro di ricerca federale sul mercato degli alcolici, potrà produrre più di mezzo milione di bottiglie all’anno. “E noto da tempo come la Chiesa ortodossa stia progettando di commercializzare vino, ma è un progetto a lungo termine”, questa l’opinione di Pavel Titov, presidente dei viticoltori locali. “Serviranno almeno quattro-cinque anni prima che i vigneti diano il primo raccolto significativo”.

Ma, come detto, la scelta della cantina è anche per sopperire a una mancanza. Attualmente i grandi monasteri ortodossi, come spiega il portavoce della chiesa Alexander Volkov, sono costretti ad acquistare vino da realtà russe, ucraine e moldave. E i consumi sono elevati: mezza bottiglia di vino ogni cento parrocchiani per una normale funzione religiosa. Da qui la scelta interna e l’investimento nella cantina del Patriarca.

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