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Italia Oggi

Il re della cucina francese è Yannick Alléno, chef a sei stelle l’unico italiano che brilla è il comasco Simone Zanoni … Una grande foto in prima pagina. L’intera copertina dell’inserto dedicato agli stili di vita. L’editoriale di Bertrand de Saint Vincent, una specie di nuovo Hemingway francese, adorato per le sue cronache mondane nello stile di “Paris est une rete”, capo redattore dei servizi culturali. Con continue citazioni di Molière (“Il faut manger pour vivre”, bisogna pur mangiare per vivere) e di Pierre Desproges, umorista (scomparso nel 1998) adorato anche lui per le sue prese in giro dei tic parigini. Quest’anno Le Figaro, il quotidiano francese più diffuso, non si è risparmiato per raccontare la presentazione, giovedì 9 febbraio, della Guida Michelin 2017, duemila pagine, una pioggia di stelle, 70 per l’esattezza, che possono cambiare la vita (e il reddito) di altrettanti chef. Con l’immancabile momento clou: l’incoronazione del nuovo re della cucina francese, Yannick Alléno, l’unico con sei stelle, tre per il suo ristorante 1947 a Courchevel, a 1850 metri d’altezza sulle Alpi della Savoia, e tre per il Pavillon Ledoyen, locale storico sugli Champs Elysées frequentato già ai tempi della Rivoluzione. Yannik Alléno, un cinquantenne parigino, figlio di bistrotier, il papà aveva un bistrot a Puteaux, un paesone alla periferia della capitale, ha entusiasmato tutti, i critici gastronomici, i giornalisti, il direttore internazionale delle Guide Michelin, Michael Ellis e, si capisce, anche i fortunati commensali del 1947, solo cinque tavoli e 22 coperti (con menu da 127 fino a 450 euro) nel raffinatissimo 116tel Cheval Blanc di proprietà dell’altro re (del lusso), Bernard Arnault che proprio qui, sulle piste delle Trois Vallées, il distretto sciistico più grande al mondo, ha imparato a suo tempo a sciare. Aneddoti a parte, Alléno è devotissimo ad Arnault perché al 1947 gli ha sempre consentito di fare quello che ha voluto, cioè di sperimentare una cucina super - raffinata a base di salse vegetariane perché, come ha spiegato il neo tristellato, è nelle salse il vero segreto della cucina francese (“L’intérét d’une assiette reside dans sa sauce”, il buono di un piatto sta tutto nella salsa che l’accompagna). Ma forse Alléno non è stato incoronato re della cucina francese solo per questo. Probabilmente, come ricorda l’editoriale del Figaro, è lo stile del personaggio, riservato e allergico agli eccessi mediatici dei tanti Masterchef televisivi, che ha avuto buon gioco. “Le chef modèle” ha titolato il quotidiano ricordando, con quella raffica di citazioni letterarie, che il lavoro in cucina, anni e anni di sacrifici ai fornelli, sono, a
pensarci bene, un modello di vita un paese che rischia di tout oublier, di dimenticare tutto e perdere la sua identità. In questo senso è piaciuto quest’anno anche lo stile della casa, della stessa Michelin che non ha fatto trapelare nulla delle sue scelte, non ha assecondato i vezzi dell’industria della comunicazione e del gossip. L’edizione 2017 del mitico Livre Rouge, lo riconoscono tutti, è “equilibrata, coerente, senza eccessi e voli pindarici”. Insomma, una conferma della tradizione. Come si può scoprire sfogliandola. E così i due ristoranti del Ritz, il mitico hotel parigino appena riaperto, hanno visto riconfermare le loro tre stelle, due per la Table de l’Espadon e una per Les Jardins de l’Espadon, entrambi condotti da Nicolas Sale, “chef de talent” secondo il giudizio degli ispettori. Il più stellato di tutti resta, comunque, il George V con ben cinque étoiles, tre al prestigiosissimo Cinq di Christian Le Squer, una all’Orangerie di David Bizet e l’ultima al George guidato con maestria dall’unico italiano che entra nella hit parade francese, Simone Zanoni, un comasco (originario di Salò) la cui carriera sembra davvero quel chef modèle di cui parla Le Figaro: anni di sacrifici durissimi a Londra (ha cominciato facendo il lavapiatti) prima di arrivare al successo. Per saperne di più bisogna aspettare mercoledì prossimo, 15 febbraio, quando la Guida arriva in libreria (24,90 euro). In Italia l’elenco delle stelle (12 due stelle, 57 tre stelle) è sul sito del Gambero Rosso.

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