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Italia Oggi

Trentino spaccato … Un Manifesto dei vignaioli per far contare di più i piccoli... Coop del vino contro Indipendenti... Il Consorzio da una parte, i Vignaioli indipendenti dall’altra. Il mondo del vino trentino si trova a vivere una spaccatura tra i piccoli produttori, gli artigiani come si definiscono gli stessi Vignaioli, e il mondo della cooperazione. Per Lorenzo Cesconi presidente dei Vignaioli Indipendenti, 60 piccoli e piccolissimi produttori, il problema “è legato allo scarso peso rappresentativo che abbiamo all’interno del Consorzio e alle scelte negative che sono state fatte in questi anni”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, “è stata l’adesione alle Doc Pinot Grigio delle Venezie e Igt Trevenezie. Sono scelte sbagliate”. Da qui il Manifesto che sancisce il divorzio e l’uscita dal Consorzio. Ma, come spiega a Italia Oggi Bruno Lutterotti presidente del Consorzio Vini Trentini “dobbiamo lavorare tutti per una idea, per avere una visione la più corretta possibile del mercato tra trent’anni in modo da dare la giusta remunerazione a chi sta in campagna”. Tuttavia “il problema non è tutti dentro o tutti fuori, non è non sapere chi ha torto o chi ha ragione. Ma si tratta di capire che c’è una solo via ed è quella di trovare la formula che permetta di interpretare il territorio. Dove ognuno gioca la propria parte”. Per Lutterotti la parte la possono giocare davvero, tutti, senza arrivare a rotture. “Il Consorzio è la casa di tutti, dei piccoli e dei grandi. Di chi produce eccellenza come potrebbe essere una Rolls Royce, ma che tutti non si possono permettere, e chi fabbrica Mercedes, una berlina di fascia alta, come sono mediamente i vini trentini, a cui tutti possono ambire. Il livello è molto buono, indipendentemente che la bottiglia sia prodotta dalla cooperazione o da un vignaiolo. Sono aperto al dialogo e per questo ho già avuto un confronto con Lorenzo Cesconi, su temi oggettivi, sul futuro della nostra viticoltura. C’è bisogno di sedersi e avviare una concertazione costruttiva nell’interesse dei viticoltori”. Nel Manifesto, che si rifà alla Costituente dei Vigneron d’Europe, i Vignaioli del Trentino si riconoscono in quattro valori, l’artigianalità, la territorialità, la qualità e la sostenibilità. “È la base per dialogare, se ci sarà proposto, accetteremo”, commenta Cesconi. I Vignaioli del Trentino “si impegnano a tutelare le produzioni nelle zone maggiormente votate”, si legge nel Manifesto e “la qualità delle produzioni viticole si fonda sull’analisi delle potenzialità di ogni vitigno rispetto a contesti differenti”. Insomma al vigneron è demandato direttamente l’intero ciclo produttivo ed è lui che “interpreta il proprio terroir coniugando in maniera fedele tradizione e innovazione”.

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