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Italia Oggi

Un cervellone per il vino … Così Syngenta usa un database per decidere trattamenti e destinazioni... I paesi di esportazione stabiliti con il meteo... Coniugare agricoltura intensiva di alta qualità con la sostenibilità”. Mauro Coatti, Head of Specialities & Vegetables Crop Campaign Management & Head of Technical Support di Syngenta Italia, spiega così a ItaliaOggi l’idea di dare vita al progetto Grape quality agreement (Gqa) attraverso cui l’agricoltore è in grado di conoscere in anticipo su quali mercati il proprio vino sarà vendibile in base ai residui fissi di fitofarmaci che cambiano di paese in paese. Con le elaborazioni del database di Gqa, già a primavera, infatti, è possibile conoscere quali frontiere potrà passare in autunno una bottiglia di vino in base alle previsioni sull’andamento della stagione e ai trattamenti necessari. “L’idea nasce per offrire all’agricoltore una soluzione per affrontare le sfide a cui si trova di fronte in questi anni, produrre di più, meglio e in maniera sostenibile con una sostenibilità a 360 gradi, economica, ambientale e sociale”. Al programma Gqa hanno aderito 160 cantine per oltre 16.500 ettari dal Trentino alla Sicilia, con dentro le grandi cooperative con 3 mila ettari e le piccole-medie aziende da 20 a 150 ettari. “Per tutte le cantine quello a cui possiamo rispondere è se il vino prodotto rispetterà i residui massimi ammessi nel paese dove si vuole esportare. Poi, se il programma viene rispettato, ma il vino prodotto non risulta conforme ai requisiti richiesti, allora Syngenta rimborsa l’intero programma di protezione fitosanitaria”. L’adesione è molto elastica. “Non ci sono vincoli onerosi per il produttore che può decide di aderire e di sganciarsi in qualsiasi momento senza alcun costo, ma anche senza alcuna garanzia che il prodotto possa essere esportato”. Obiettivo di Gqa è spendere il meno possibile durante la produzione e avere la sicurezza di poter vendere il proprio vino sul mercato. “Il programma di difesa è condiviso con l’agricoltore o con il tecnico e non sono previsti soltanto prodotti Syngenta; tutto dipende da quale mercato vuole raggiungere il produttore. Il programma viene studiato in base ai singoli paesi e so che ho il 99% della possibilità che il mio prodotto non sia bloccato alla frontiera”, continua Coatti. “E riusciamo a reagire anche se le condizioni cambiano durante il corso della stagione. Con il nostro database possiamo dare una risposta in tempi brevi”. Oltre al programma Gqa, Syngenta offre anche due servizi sul campo, Operation Pollinator e Heliosec. “Si tratta di due diversi strumenti che mettiamo disposizione del produttore per avere una sempre maggiore qualità e sostenibilità. Operation Pollinator serve per aumentare la biodiversità del vigneto che consente di intensificare la produzione. Si tratta di un miscuglio di leguminose che viene seminato vicino al vigneto e con l’Università di Torino è stato dimostrato che aumentano gli insetti, non dannosi, che vivono in vigna. Insomma, si possono usare nel modo giusto gli agrofarmaci contro le principali malattie, ma si può al tempo stesso aumentare la biodiversità”. Per quanto riguarda Heliosec, “è uno strumento che consente di raccogliere la soluzione che rimane all’interno della botte dopo il trattamento. Per evaporazione viene fatta uscire l’acqua e il prodotto concentrato potrà essere smaltito a fine annata. Con questo metodo si cerca di ridurre il rischio (li inquinamento puntiforme dovuto all’acqua di risulta dei trattamenti”

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