02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Il gelo manda la Francia vinicola nel panico … In Languedoc perso l’80% della superficie vitata. Nel bordolese decine e decine di aziende non esistono più... Per trovare un disastro di queste dimensioni bisogna andare indietro di un quarto di secolo, risalire al 1991 quando un’ondata di gelo, alla fine di aprile, distrusse quasi tutti i vigneti, dalla Borgogna al Bordeaux, dalla Champagne alla Languedoc. Fu un vero disastro perché, all’epoca. le aziende erano meno attrezzate tecnologicamente, nelle cantine non c’erano le scorte necessarie per assorbire i contraccolpi del mercato e non c’erano neanche gli ombrelli finanziari del Ministero dell’agricoltura - una copertura degli interessi sui debiti fino al 65% come oggi - e la Pac europea non aveva ancora attivato tutti i suoi meccanismi di protezione. Ciò non toglie che la maxi - gelata dei giorni scorsi, con cadute improvvise delle temperature da + 6° fino a punte di -7° (il record registrato dalla stazione meteorologica di Chambrecy, un paesino a pochi km da Epernay, la capitale industriale dello Champagne) abbia gettato il panico tra i viticoltori e allarmato tutta l’opinione pubblica francese, come dimostra una drammatica copertina (vedere foto qui accanto) che il primo quotidiano nazionale, Le Figaro, ha dedicato alla guerra che “le vignoble franeais”, la viticoltura prima voce del pil agricolo (insieme con la zootecnia), sta combattendo contro il gelo e le sue terribili conseguenze. Si sono mobilitati gli elicotteri che, volando bassissimi sui vigneti e facendo ruotare al massimo le pale, fanno in qualche modo evaporare i cristalli di ghiaccio prima che si attacchino alle gemme che cominciavano a formarsi e ad aprirsi proprio in queste settimane. E chi non ha potuto, per ragioni economiche, noleggiare gli elicotteri si è dato da fare con gli impianti d’innaffiamento artificiale, spruzzando acqua polverizzata sulle vigne per evitare, anche in questo modo, la cristallizzazione. Tutti hanno acceso giganteschi falò tra i filari per alzare le temperature notturne e certe notti lo spettacolo delle colline fiammeggianti della Borgogna e del Cognac o del Bordolese è stato davvero fantastico per la gioia dei fotoreporter e dei cineoperatori. E i danni? Difficile, al momento, fare i conti, data l’estensione del fenomeno che ha colpito quasi tutta la Francia seppure con intensità diversa. E anche nella stessa zona e perfino nella stessa azienda le gelate sono state davvero tremende nelle aree esposte a nord e un po’ meno pesanti in quelle più riparate, esposte a sud. Comunque, in Languedoc 20mila ettari di vigneto, l’80% di tutta la superficie vitata, è stata distrutta. Nella regione del Cognac, nel dipartimento della Charente, 25mila ettari (su 75 mila) di vigneto non produrranno un grappolo e altri 20 mila sono stati gravemente danneggiati. E il direttore del gruppo Hennessy (che fa parte del colosso Lvmh), Florent Morillon, ha già assicurato ai produttori il sostegno dell’azienda che è il primo produttore di Cognac e quindi il primo cliente delle varie cantine della regione. Anche perché, nel Cognac, a differenza della Champagne, non c’è la buona pratica di accantonare delle “réserves climatiques” per far fronte a congiunture avverse come una maxigelata. “Faremo una contabilità precisa dei danni” spiega Morillon “e cercheremo di aiutare tutti, ma soprattutto le aziende più giovani”. Va detto, infatti, che la regione ha visto lo sviluppo di nuovi vigneti negli ultimi due anni a causa del boom del cognac sui mercati internazionali (vedere ItaliaOggi del 13dicembre 2016). Nella Champagne, invece, il meccanismo, ben rodato, dei “vins serve” metterà al riparo il bilancio delle aziende, anche se qui la gelata ha colpito solo il 35% dei 34 ettari di vigneto. Da Philipponat, per esempio, delle etichette più conosciute, i danni sono minimi: “Circa il 5% dei nostri vigneti” spiega con un sorriso il patron Charles Philipp. Da Bollinger, altra marca molto conosciusciuta (anche in Italia), si fa affidamento sullo stock dei vini di riserva: “Riusciremo a coprire il 25% produzione distrutta dal gelo” ammette lo “chef de cave”, responsabile di cantina Gilles Descôste. Dove, invece, la gelata ha fatto davvero danni pesanti, fino al 100% dei vigneti, in certe aree, è nella regione del Bordeaux. Decine e decine di aziende di Saint - Emilion e Pomerol, mitiche denominazioni del rosso francese più famoso al mondo, non esistono più, distrutte dal gelo. Si sono salvate solo quelle vicine alla foce della Gironda, nell’area della denominazione del Paulliac. Qui i tecnici sono al lavoro per favorire in qualche modo una seconda fioritura. Se no, addio a milioni di bottiglie di Bordeaux.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su