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Italia Oggi

Gli ogm prima o poi arrivano … L’ex presidente Usa a Tuttofood: la domanda crescente di carne condizionerà il clima... Obama: vanno gestiti, non espulsi dal dibattito pubblico... Lotta al cambiamento climatico e alle emissioni di gas serra come disinesco delle migrazioni di massa che stanno colpendo l’Europa. Sostegno alla ricerca e un saggio utilizzo delle innovazioni tecnologiche, a partire dal genome editing (si veda altro articolo a pag. 21), come grimaldello per sfondare il muro che separa i paesi affetti da scarsità alimentare e quelli colpiti dal fenomeno opposto: l’obesità e lo spreco di cibo. Il tutto con un occhio agli ogm, “che non vanno eliminati dal dibattito, ma gestiti perchè prima o poi arriveranno nei campi”. E con più attenzione alla nutraceutica, la disciplina che si preoccupa di studiare le interazioni tra alimentazione e salute. E che rappresenta il futuro per i paesi attenti al bilancio sanitario e per i cittadini interessati a preservare la qualità della propria vita. È lungo queste tre direttrici che Barack Obama, 44° presidente degli Stati Uniti d’America, ha sviluppato ieri il suo intervento al Global Food Innovation Summit, in seno alla rassegna Seeds & Chips, nell’ambito di Tuttofood, la biennale dell’agroalimentare di scena a FieraMilano. “La disattenzione alla sostenibilità è una delle cause del cambiamento climatico. Il 99% degli scienziati che studiano il clima ci dice che il pianeta si sta scaldando. L’unica incognita è di quanto. Questo determina fenomeni meteo che impattano sulle popolazioni. E innescano migrazioni”, ha detto Obama. “I flussi di migranti causati dal climate change sono destinati ad aumentare sull’Europa, siamo solo all’inizio”, ha denunciato. E ancora: “Sono cambiate le percentuali di precipitazione delle piogge; in diverse parti del mondo migliaia di persone non riescono a nutrirsi. Questo genera flussi di persone senza precedenti”. Quindi lo scenario apocalittico: “Il livello degli oceani in futuro potrebbe salire, anche di un metro. E anche se non aumentano le emissioni di carbonio. E visto che molte città sono costiere... Ci saranno problemi; dobbiamo solo capire di che livello e tentare di mantenere questi sconvolgimenti in un range di gestibilità”. Nonostante l’approccio conviviale, lo scenario tratteggiato da Obama alla platea di Seed & Chips, è raggelante. Il convitato di pietra, ovviamente, è l’attuale presidente Usa, Donald Trump, che ha cambiato rotta rispetto alla politica più green di Obama. “E la democrazia”, sbotta l’ex inquilino della Casa Bianca, “ma questo genera dibattito. Sono convinto che gli Usa continueranno ad andare nella giusta direzione, anche se a Washington cambieranno le regole”. E comunque, rileva Obama, il nodo è nei comportamenti dei singoli: “I politici possono far poco per risolvere problemi così grandi se le opinioni pubbliche non considerano questi temi importanti”. Quindi la stoccata a The Donald: “Ogni popolo si becca il politico che si merita”. Sia come sia, la speranza di Obama resta nella ricerca: “Entro 20 - 30 anni avremo le innovazioni necessarie a gestire il climate change” dice. L’accento si sposta poi sul cibo. “Il sistema alimentare, dopo quello energetico, è quello che più impatta sulle emissioni; secondo alcune stime potrebbe diventare il primo entro un decennio. Questo perché aumenta la domanda di carne. E i bovini producono elevata CO2. C’è poi l’eccessivo consumo idrico. Con investimenti pubblici e privati dobbiamo spostarci verso modelli produttivi che richiedano meno acqua e consentano di consumare proteine riducendo i consumi di carne”. Infine, lo sguardo dell’ex presidente Usa va ai piccoli agricoltori: “Fanno un lavoro duro, temono sempre di perdere l’attività perché dominati dall’agribusiness. Se riuscissimo a dimostrare loro l’importanza delle nuove tecnologie nella produzione sono convinto che adotterebbero buone pratiche. Dobbiamo spingerli a ragionare in modo imprenditoriale”.

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