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Italia Oggi

In Spagna nasce un nuovo vino d’alta gamma, il Macan … Prodotto nella Roja dalle famiglie Rothschild e Alvarez... All’inaugurazione della cantina, lo scorso 16 giugno, c’era anche l’ex - re, Juan Carlos... Al battesimo ufficiale c’era anche l’ex re di Spagna Juan Carlos. Un parterre de roi per un evento di grande portata nel mondo internazionale del vino: la nascita di una nuova etichetta di alta gamma, Macan, frutto dell’alleanza tra le famiglie Rothschild e Alvarez. Nel cuore della Rioja Alaves, illustre regione viticola spagnola a nord di Madrid, lo scorso 16 giugno è stato inaugurato il complesso dove questo progetto prenderà corpo. La data non è stata scelta a caso, visto che coincideva con l’inaugurazione del Salon Vinexpo, l’appuntamento che riunisce a Bordeaux il mondo del vino mondiale e che quest’anno aveva come ospite d’onore proprio la Spagna. La storia del Macan è iniziata nella discrezione più assoluta. Pablo Alvarez, proprietario di Vega Sicilia, ha cominciato a comprare vigneti tra la Cantabria e il fiume Ebro, vigneti che hanno almeno 35 anni di vita. In sette anni ci sono state non meno di 70 transazioni. Oggi la tenuta si estende per 120 ettari, con, essenzialmente, un solo vitigno, il tempranillo. Ma la sua storia ha avuto inizio al debutto del 2000, con l’incontro tra Pablo Alvarez e la baronessa Ariane de Rothschild, entrambi convinti del potenziale di questo territorio, che si fregia dell’appellazione “denominación de origen calificada”. Alvarez aveva acquisito Vega Sicilia nel 1982, facendone uno dei cru spagnoli più conosciuti del mondo. Alcuni millesimati si vendono attualmente a 250 euro la bottiglia. Inoltre possiede altri vini in Spagna (Ribera del Duero y Toro) e del Tokaj in Ungheria. Oggi la sua azienda ha un giro d’affari di 15 milioni di euro. Dal canto suo, la famiglia Rothschild, oltre alla prestigiosa partecipazione in Chàteau Lafitte, vanta proprietà nel Bordolese (Château Clarke e Château des Laurets), mentre la Edmund de Rothschild Heritage si è spinta più lontano (Nuova Zelanda, Argentina, Sud Africa). Se la partnership è nata quasi per caso, ora il suo obiettivo si riassume in una parola: redditività. “Quest’anno siamo in equilibrio. È un’ottima performance”, si rallegra la baronessa. Questo imperativo finanziario ha comportato alcune scelte obbligate. Come quella di non investire più di tanto sul progetto architettonico della bodega, la cantina. “La funzione primaria è quella di produrre vino, non di essere bella. Noi non avevamo bisogno di un luogo prestigioso o di un delirio architettonico, ma semplicemente di un complesso sobrio”, spiega Ariane de Rothschild, alludendo ai progetti delle archistar nella regione. Inoltre la bodega Benjamin de Rothschild Vega Sicilia non possiede una propria linea di imbottigliamento ma si affida, una volta all’anno, a un fornitore esterno. Infine, il direttore generale del progetto è Ignacio Calvo de Mora, un madrileno ex Kpmg a cui è stata affidata la delicata missione di rendere l’impresa vinicola remunerativa.

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