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Italia Oggi

Uno spettrometro per vignaioli … Cavit e fondazione Kessler stanno sviluppando un nuovo strumento. I dati? In condivisione... Sarà portatile e misurerà il grado di maturazione delle uve... “Stiamo mettendo a punto uno spettrometro portatile che consentirà ai nostri viticoltori di valutare
direttamente in vigna il grado di maturazione dell’uva e, in futuro, ci consentirà anche di monitorare lo stato di salute delle viti, dato che tutte le rilevazioni verranno caricate sulla piattaforma informatica Pica”: lo svela a ItaliaOggi Andrea Faustini, enologo e responsabile scientifico del team
agronomico di Cavit. Che, così, anticipa le nuove funzionalità in arrivo per il progetto di Piattaforma Integrata Cartografica Agriviticola, il cui acronimo, Pica appunto, è anche il nome del grappolo d’uva in dialetto locale. Il progetto è a disposizione dei 4.500 viticoltori soci di Cavit ed è funzionale a rendere sempre più sostenibile la viticoltura trentina. Avviato nel 2010 per dare supporto decisionale ai soci delle dieci cooperative che formano il Consorzio Cavit, realtà cui fanno capo 5.400 ha vitali (sui 10 mila complessivi del Trentino) e che ha chiuso l’esercizio 2016-2017 con un fatturato di 182,5 mln euro, per 1’80% realizzati all’export, il progetto Pica è frutto della sua collaborazione di Cavit con due centri di ricerca: la Fondazione Edmund Mach, per la parte scientifica, e Mpa Solutions, spin off della Fondazione Kessler, per la parte informatica. Grazie a un approfondito studio dei terreni (ne sono state individuate ben 187 tipologie diverse), delle caratteristiche climatiche (costantemente monitorate da una quarantina di stazioni meteo), bioclimatiche e orografiche delle località ove insistono i 32 mila vigneti dei viticoltori soci Cavit, è stata creata una piattaforma informatica che consente ai 13 agronomi del consorzio d’elaborare e
inviare, via sms o e - mail, a ciascuno di loro indicazioni sulle strategie di difesa dalle malattie e dagli attacchi d’insetti nocivi e di prevenzione degli stress idrici da implementare nei rispettivi vigneti. “Premesso”, precisa Faustini, “che obiettivo primario di Pica è garantire ai soci viticoltori un ambiente di lavoro salubre, considerato che il sistema di coltura a pergola trentina comporta che lavorino in vigna 450 ore/ha l’anno e, più in generale, di rispettare la popolazione, in un ambiente in
cui la viticoltura spesso si svolge in contesti urbanizzati, abbiamo suddiviso il territorio ove insistono i vigneti dei nostri soci in una ventina di zone omogenee e per ciascuna di esse, una o due volte la settimana, suggeriamo quattro diverse strategie di difesa, da quella per una viticoltura biologica a quella per una produzione integrata, e due strategie intermedie”. Per dare un’idea del lavoro di fino che Pica consente agli agronomi di Cavit, basti dire che nella passata campagna viticola hanno potuto suggerire interventi contro la drosophila suzukii, insetto di recente comparsa in Trentino, solo su 26 dei 5.400 ha coperti dal progetto. Già oggi, inoltre, grazie all’approfondita conoscenza del territorio, gli agronomi di Cavit sono in grado di suggerire ai viticoltori che debbano
rinnovare gli impianti quali vitigni performeranno meglio sui loro appezzamenti.

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