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Italia Oggi

Il vino va col freno tirato … I nettari dello Stivale si scoprono meno competitivi in Usa, Uk e Germania... Il made in Italy esporta meno dei competitor... Il vino italiano chiuderà il 2017 in crescita: circa 5,9 mld di euro il valore dell’export stimato. Nonostante ciò, saranno i paesi competitor a brindare, perché crescono di più. E, in alcuni casi, doppiano la performance dell’Italia. Lo rivela il consuntivo 2017 su 10 tra i principali mercati importatori di vino (67% dell’import totale), tracciato dall’Osservatorio paesi terzi. Un originale studio realizzato da Business Strategies con Nomisma-Wine Monitor. A fine anno, l’incremento complessivo delle vendite all’estero di nettari made in Italy si collocherà tra il 4 e il 5%, ma il basso prezzo medio all’esportazione, fermo dal 2016 a 2,71 euro al litro, evidenzia la debolezza commerciale del comparto. A riprova di ciò, basta confrontare la performance italiana con quella francese, dove il prezzo medio è cresciuto del 4,6% nei primi dieci mesi dell’anno in corso, toccando quota 5,92 euro. E incrementi significativi si sono manifestati anche in Spagna (dal 4 all’8%), Cile e Australia, che tuttavia mantengono un prezzo medio più basso del prodotto italiano. Decrescita, invece, per la Nuova Zelanda (-5,6%), che comunque può far leva su di un valore medio elevato (4,21 euro/litro). Il quadro internazionale. I primi 10 mesi dell’anno, relativi ai mercati extra Ue (Usa, Cina, Canada, Giappone, Svizzera, Russia, Norvegia), rivelano una crescita importante della domanda di vino in valore, con un incremento che sfiora il 10% rispetto al 2016. I tre principali mercati di sbocco europei (Regno Unito, Germania e Svezia), invece, sono in recessione, trainati in negativo da Germania (-1,6%) e Uk (-1,4%). Guardando, invece, alle performance dei principali 5 paesi produttori (Francia, Italia, Spagna, Australia e Nuova Zelanda) l’Italia fa peggio di tutti; anche a causa di una seconda metà d’anno che sta limitando al 5,7% la crescita nei paesi terzi e appesantendo la perdita in Regno Unito, Germania e Svezia (-2,4%). Questi tre paesi, va ricordato, da soli rappresentano in valore più di metà della domanda europea di vino italiano. Invece, nei 7 paesi terzi presi in esame (che rappresentano il 76% del mercato extra Ue), il fine anno sorriderà in primis alla Francia e all’Australia (con crescite attorno al 10-12%) ma anche a Nuova Zelanda e Spagna (tra +8% e +9,5%). Sorpassi. Se il 2017 sarà ricordato per il ritorno alla leadership dei francesi, a scapito degli italiani, nel primo mercato al mondo (gli Usa), e per il sorpasso (in valore) dell’import cinese rispetto a quello tedesco, in Canada è in atto un testa a testa tra Francia e Italia (in recupero): i due paesi europei hanno superato, infatti, le importazioni di vino dagli Usa. Tirando le somme. Nei primi 8 mesi del 2017, l’Italia ha espresso incrementi significativi in Russia (+44,3%) Cina (+19,3%), Canada (+9,5%), Giappone (+6,5%) e Svizzera (+5,5%), mentre è sotto media o in negativo nei suoi mercati chiave: Usa (+ 1,4%), Regno Unito (-4,3%) e Germania (-1,4%).

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