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TAGLIATI I PRIMI GRAPPOLI

Italia & vendemmia 2018, le stime di Coldiretti in linea con Ismea Uiv, sui 46 milioni di ettolitri

Oggi i primi dati presentati in Franciacorta. Tornano i voucher in agricoltura. “Tra vendemmia e indotto lavoro per 1,3 milioni di persone”
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Vendemmia, le prime stime di Coldiretti sui 46 milioni di ettolitri, come Ismea

Numeri da prendere per quello che sono, perché sotto al cielo estivo, e con un clima sempre meno regolare e più incline a fenomeni estremi bastano poche ore per cambiare il quadro complessivo, ma le previsioni di vendemmia della Coldiretti, di scena oggi in Franciacorta, sono in linea con quelle lanciate qualche giorno fa da Unione Italiana Vini e Ismea, con una produzione stimata intorno ai 46-47 milioni di ettolitri di vino, con una crescita ipotizzabile tra il 10% ed il 20% “sui 40 milioni dello scorso anno, che per la grave siccità (e per le gelate di aprile, ndr) è stata una delle vendemmie più scarse dal dopoguerra”. Così l’organizzazione agricola dalla Franciacorta, dove sono caduti i primi grappoli di Pinot e Chardonnay per la produzione delle celebri bollicine lombarde (ieri a dare il via alla vendemmia è stata la griffe Guido Berlucchi, oggi anche Faccoli, a Coccaglio, che ospita la presentazione di Coldiretti), dove la vendemmia è già iniziata, come in Sicilia. Un risultato, se sarà confermato, “in linea con la media dell’ultimo decennio” sottolinea ancora la Coldiretti.
“La vendemmia del 2018 per effetto delle piogge che hanno caratterizzato la primavera e l’inizio dell’estate si allunga con un ritardo di circa una settimana rispetto allo scorso anno. In Italia le condizioni attuali - sottolinea Coldiretti - fanno ben sperare per una annata di qualità anche se l’andamento della vendemmia dipenderà molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre. Da nord a sud della Penisola si parte tradizionalmente con le uve pinot e chardonnay in un percorso che prosegue a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello Mascalese”.
La produzione tricolore secondo la Coldiretti sarà destinata per oltre il 70% dedicata a vini Dop e Igp, con 332 vini a Denominazione di Origine Controllata (Doc), 73 vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg), e 118 vini a Indicazione Geografica Tipica (Igt) riconosciuti in Italia, e il restante 30% per i vini da tavola. Sul territorio nazionale - spiega la Coldiretti - ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 in Francia, a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria”.
La novità di quest’anno è il ritorno dei voucher in agricoltura dopo l’approvazione definitiva del Dl Dignità che, secondo la Coldiretti potrebbe assicurare 25.000 posti di lavoro occasionali a studenti, disoccupati, cassintegrati e pensionati durante la vendemmia che è il settore in cui sono stati in passato impiegati quasi la metà dei voucher agricoli. “Ora però - conclude Coldiretti - occorre fare prestissimo per adeguare la procedura Inps affinché le novità sui voucher tanto attese dalle imprese viticole siano immediatamente disponibili ed evitare che la burocrazia rallenti o addirittura vanifichi gli sforzi fatti dal Governo e dal Parlamento”.
Una vendemmia, peraltro, che arriva in un buon contesto di mercato, almeno all’export ricorda la Coldiretti, con le esportazioni di vino italiano che nei primi 4 mesi del 2018 hanno fatto segnare una crescita del +5,9% in valore sullo stesso periodo del 2017, anno che si era chiuso con un il record di 6 miliardi di euro.
“Dalla vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 10,6 miliardi di fatturato dalla vendita del vino, realizzato più all’estero che in Italia, che offre opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone tra quelle impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale e quelle presenti in attività connesse e di servizio. Il tutto sostenuto da una struttura produttiva - spiega Coldiretti - che conta 310.000 aziende agricole e quasi 46.000 aziende vinificatrici su una superficie vitata di 652.000 ettari”.
Ma se l’economia del vino e l’export tengono, “a preoccupare per il futuro - sottolinea la Coldiretti - sono i rischi connessi agli accordi internazionali siglati, o in via di definizione, dall’Unione Europea, dal Ceta con il Canada fino al Mercosur con i paesi sudamericani, dove sono centinaia le Doc italiane che potrebbe rimanere senza tutele. In Canada ad esempio - precisa la Coldiretti - non trovano al momento tutela importanti vini quali l’Amarone, il Recioto e il Ripasso della Valpolicella, il Friularo di Bagnoli, il Cannellino di Frascati, il Fiori d’arancio dei Colli Euganei, il Buttafuco e il Sangue di Giuda dell’Oltrepo’ Pavese, la Falanghina del Sannio, il Gutturnio e l’Ortrugo dei Colli Piacentini, la Tintillia del Molise, il Grechetto di Todi, il Vin Santo di Carmignano, le Doc Venezia, Roma, Valtenesi, Terredeiforti, Valdarno di Sopra, Terre di Cosenza, Tullum, Spoleto, Tavoliere delle Puglie, Terre d’Otranto. Mentre l’accordo con il Giappone - continua la Coldiretti - prevede la protezione da parte del Paese del Sol Levante di appena 25 denominazioni italiane, dall’Asti al Brunello di Montalcino, dal Franciacorta al Soave, dal Marsala al Lambrusco di Sorbara fino al Vino Nobile di Montepulciano solo per citarne alcuni. Non va meglio per la trattativa in corso con i paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur), con una forte vocazione vitivinicola. Il negoziato - rileva la Coldiretti - appare molto complesso anche per la presenza in Brasile di diversi produttori di Prosecco specialmente nella zona del Rio Grande che rivendicano il diritto di continuare a fare questo vino italiano anche perché la varietà vitis vinifera “prosecco tondo” risulta iscritta nella banca dati brasiliana del germoplasma sin dal 1981. E tutto questo - spiega la Coldiretti - mentre nel mondo proliferano falsi di ogni tipo con il Prosecco che guida la classifica dei vini più taroccati con le imitazioni diffuse in tutti i continenti dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata le vendita anche del Whitesecco e del Crisecco. Senza dimenticare le vendite su Internet anche dei kit per il vino liofilizzato “Fai da te” con false etichette dei migliori vini Made in Italy che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano”.

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