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ITALIAN WINE & FOOD INSTITUTE - L’ITALIA DI NUOVO PRIMA SUL MERCATO USA: L'ANDAMENTO E' DI BUON AUSPICIO PER IL "ROAD SHOW" DI VINI ITALIANI (NEW YORK, LAS VEGAS, LOS ANGELES, DAL 22 FEBBRAIO) ... COMMENTO MINISTRO ALEMANNO E DATI MERCATO USA

Italia
Italia prima negli Usa

Dopo la grossa flessione che nel giugno 2004 aveva fatto perdere all’Italia, dopo anni di incontrastato dominio, il primo posto nelle esportazioni vinicole verso gli Usa, la situazione è andata lentamente migliorando, ed a novembre 2004, sulla base degli ultimi dati rilasciati oggi dall’Italian Wine & Food Institute, l’Italia ha riconquistato il primo posto fra i Paesi che esportano vini verso gli Stati Uniti.
Le importazioni Usa di vino italiano, in questo mese, infatti, hanno fatto registrare un forte incremento, pari al 13,8% in quantità ed al 26,4% in valore, che ha ricondotto l’Italia al primo posto, sia in quantità che in valore. All’incremento delle importazioni dall’Italia, ha contemporaneamente fatto riscontro un andamento piuttosto stabile delle esportazioni australiane (+0,1%), che sembrano aver perso la spinta che, negli ultimi due anni, aveva catapultato l’Australia in testa alla classifica dei Paesi esportatori di vino negli Usa.
Le importazioni Usa di vini dall’Italia, nel mese di novembre 2004, hanno raggiunto i 192.730 ettolitri (contro 169.360 ettolitri del novembre 2003), superando, per il secondo mese consecutivo, l’Australia, le cui esportazioni vinicole verso gli Usa sono state di 119.540 ettolitri (contro i 119.370 ettolitri di novembre 2003). In valore, sempre secondo la nota dell’Italian Wine & Food Institute, l’Italia continua a detenere il primo posto con 93,57 milioni di dollari (contro i 74 milioni di dollari del novembre 2003), con un incremento del 26,4%, distanziando l’Australia che, nello stesso periodo, ha fatto registrare 47,31 milioni di dollari (contro i 46,8 milioni dello stesso periodo del 2003), con un incremento dell’1%.
I dati estremamente positivi di ottobre e novembre 2004 hanno fatto migliorare anche la situazione complessiva relativa ai primi undici mesi 2004, che vede l’Italia nuovamente in testa alla classifica, sia in quantità che in valore, seguita dall’Australia che è ora al secondo posto. Complessivamente, in questi undici mesi, le importazioni vinicole Usa dall’Italia sono ammontate a 1.649.280 ettolitri e 777,12 milioni di dollari contro 1.772.150 ettolitri e 745,6 milioni di dollari dello stesso periodo del 2003, con una diminuzione del 6,9% in quantità ed un aumento del 4,2% in valore, mentre le importazioni dall’Australia sono ammontate 1.606.060 ettolitri e 617,07 milioni di dollari contro 1.341.110 ettolitri e 540,48 milioni di dollari dello stesso periodo del 2003, con un aumento del 19,8% in quantità e del 14,2% in valore.
Tale positivo andamento del mercato è di buon auspicio per l’imminente serie di manifestazioni (“SuperTuscan e Altri Grandi Vini della Toscana” - “New York Italian Wine & Food Gala” - “Las Vegas Italian Wine Gala” - “Los Angeles Italian Wine Gala”, dal 22 febbraio al 1 marzo) che vedranno i vini italiani alla ribalta del mercato americano, dalla costa dell’Atlantico a quella del Pacifico, in un impegnativo sforzo per rilanciare il vino italiano sul mercato USA. Ben 90 primarie aziende vinicole italiane, oltre 200 vini di elevata qualità, 17 ristoranti italiani e 16 produttori e importatori di specialità alimentari italiane contribuiranno in questo sforzo comune per il rilancio del vino, della gastronomia e dei prodotti alimentari, in una serie di quattro grandi degustazioni che vedranno la presenza di oltre 8.000 operatori e giornalisti Usa, un seminario tecnico guidato e due colazioni/degustazioni con la stampa a New York e a Los Angeles.

Le 16 maggiori aziende italiane (in volume)

che esportano negli Usa


1 - Cantine Riunite

2 - Cavit

3 - Gruppo Italiano Vini

4 - Bolla

5 - Castello Banfi

6 - Cantina sociale di Casarsa

7 - Cantina sociale Citra

8 - Folonari

9 - Castello di Gabbiano

10 - Mezzacorona

11 - Casa Girelli

12 - Ruffino

13 - Santa Margherita

14 - Frescobaldi (Danzante)

15 - Zonin

16 - Enoitalia (Ca’ Montini/Luna di Luna)

Il gigante E. & J. Gallo Winery di Modesto (California) compra e si fa imbottigliare in Italia da diverse cantine (la principale è la trentina Cavit) le varietà/tipologie di vini più richiesti sul mercato Usa, vendendoli con diversi marchi (i principali sono Bella Sera e Ecco Domani). Ma, nel mercato Usa, una buona parte, anche in termini di fatturato, non la fanno soltanto i grandi marchi, ma le mille e mille piccole griffes dell’Italia del vino, alcune dai nomi di grande fascino, che hanno segnato il rinascimento dell’enologia italiana nel mondo: Antinori, Gaja, Biondi Santi …

Fonte: WineNews


Focus - I dati dell'Italian Wine & Food Institute

Importazioni vinicole Usa (in milioni di dollari)

Anni 1997/2004 - Italia - Francia – Australia


Anno 1997: 352, 447, 120

Anno 1998: 394, 526, 144

Anno 1999: 437, 544, 195

Anno 2000: 492, 538, 269

Anno 2001: 550, 546, 330

Anno 2002: 678, 575, 435

Anno 2003: 815, 737, 575

Anno 2004: 777, 540, 617 (undici mesi)

Fonte: Italian Wine & Food Institute

L'intervento

Il ministro delle Politiche Agricole Alemanno:

“Primato del vino italiano”


“Il riacquisito primato del vino italiano sulle tavole dei consumatori statunitensi è motivo di grande soddisfazione e rappresenta un successo per l’intero settore, che conferma così il pregio complessivo e le grandi potenzialità della produzione enologica nazionale”. Lo ha dichiarato il Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, commentando i dati diffusi dall’Italian Wine & Food Institute, secondo cui, nel novembre 2004, il vino italiano è tornato leader sul mercato Usa.
“L’incremento del valore delle esportazioni - ha aggiunto Alemanno - consolida la posizione di vertice raggiunta dai nostri vini e dimostra che il risultato ottenuto è anche l’effetto della strenua difesa del prodotto italiano che abbiamo attuato attraverso un’opera di certificazione e collegando bene la qualità al prezzo. Ciò ha permesso di difendere l’identità del prodotto nazionale ed ha impedito che rimanesse “imbottigliato” tra il vino francese e quello dei nuovi produttori internazionali”.
“Il livello di eccellenza dei nostri vini - ha concluso Alemanno - impone una tutela sempre più rigorosa del prodotto italiano che passa attraverso la registrazione dei marchi, un sistema che impedirà i tentativi di contraffazione a tutto vantaggio dei consumatori italiani e stranieri”.

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