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Italiaoggi

Lo champagne made in England ... Si punta sulla produzione di un milione di bottiglie, per iniziare ... i sono alcuni per i quali il riscaldamento globale non rappresenta una minaccia. Tutt’altro. Uno di questi è Mark Driver. Questo inglese di 47 anni scommette proprio sul clima per produrre champagne nella terra di Albione. Il suo vigneto per ora occupa qualche ettaro nel Sud del paese, fra Brighton e Hastings. “Si trova su un declivio in pieno Sud, protetto dalla collina”, spiega Driver, “e la terra cretosa è simile a quella della Champagne”. Il novello vignaiolo, per cominciare, scommette su una produzione di un milione di bottiglie all’anno di “sparkling wine”: un obiettivo piuttosto ambizioso in un paese nel quale si consumano 120 milioni di bottiglie di spumante l’anno (erano 80 milioni nel 2006). Il sogno di questo ex direttore di un fondo di investimenti della City è che il suo vino sia venduto “nei ristoranti chic di Londra, ma anche di Parigi, New York, Pechino e Hong Kong”. Due anni fa, Driver ha messo sul piatto la bellezza di 4 milioni di sterline (oltre 5 milioni di euro) per acquistare l’antico podere di Rathfinny. La scorsa primavera le prime 60 mila viti sono state piantate su 20 ettari, ma l’obiettivo è di arrivare a 160 ettari e a una produzione di 1.200 tonnellate in soli otto anni. Un esercito di consulenti è già al lavoro per studiare la grafica delle etichette, tuttavia le prime bottiglie non saranno in vendita prima del 2017. Ma l’asso nella Manica di Driver si chiama Jonathan Médard. Questo 38enne originario di Epernay, in Francia e diplomato in enologia all’università di Reims (la capitale dello champagne), vanta un albero genealogico davvero “doc”: suo nonno era membro del Comitato interprofessionale del vino di Champagne e suo padre lavorava per Moèt&Chandon. Dopo aver appreso il mestiere di “wine maker” negli Stati Uniti, dove ha trascorso dieci anni al sole della Napa Valley, in California, creando dal nulla uno “sparkling wine”, Médard è arrivato tra le brume dell’Inghilterra. Driver gli ha dato carta bianca per quanto riguarda gli investimenti in tini, torchi e filtri. Ora sulle sue spalle grava l’arduo compito di imporre Rathfinny come etichetta prestigiosa di spumante.
Anche Driver, che prima d’ora di vino non sapeva quasi nulla, è tornato recentemente sui banchi di scuola: al Plumpton College, uno dei pochi istituti britannici, se non l’unico, dove si insegna la viticultura. Tra i suoi insegnanti, un altro francese per parte di madre, Chris Foss, ex direttore del settore vigneti della catena di ipermercati Leclerc. Il principale nemico dello champagne made in England non è il gelo, ma un clima più piovoso rispetto a quello francese. Tuttavia sono in molti a scommettere sul potenziale di questo nuovo vino. Alcune maison francesi, come Duval-Leroy, hanno preso dei contatti Oltre- manica e avrebbero perfino acquistato dei terreni, ma per ora è tutto top secret.


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